FESTA DI SANT’AGNESE IL SIMBOLO DELLA MALDICENZA AQUILANA

- Di Camillo Berardi - La festa onomastica della Sant’Agnese laica aquilana è stata celebrata con grande solennità il 21 gennaio scorso, preceduta da numerose iniziative culturali (conferenze, concerti, concorsi, spettacoli, tavole rotonde, ecc…) organizzate dall’Associazione Culturale della “Confraternita aquilana dei Devoti di Sant’Agnese” nell’ambito del “Pianeta Maldicenza”.  Questa manifestazione, che quest’anno si è protratta per ben cinque giorni, cerca (non riuscendo a convincere sempre tutti) di promuovere e far conoscere l’adeguato e corretto significato della “buona maldicenza” che consiste nel ”dire il male” e non nel “dire male”,  identificando la “sana maldicenza”  in una “virtù civica costruttiva” e in uno “strumento di valenza sociale e di leale antagonismo”.
Le iniziative del “Pianeta Maldicenza” e la ricorrenza onomastica di Sant’Agnese sono ormai terminate, ma gli eventi connessi alla tradizione delle malelingue e al culto della protettrice dei  pettegoli (termine la cui etimologia deriva da “peto”, cioè scorreggia, con una chiara allusione all’irrefrenabile incontinenza verbale dei pettegoli) sono ancora in corso di svolgimento e continueranno  per diversi giorni nei quali le numerosissime congreghe agnesine e la maldicenza aquilana, in allegre conviviali, proseguiranno a contendersi a colpi di “lencuate” mordaci e taglienti, le cariche “goliardiche” della  pettelaria che vengono conferite ai migliori protagonisti della maldicenza aquilana.
 Sull’assegnazione delle suddette cariche “agnesine”, come sempre, abbiamo già (e avremo ancora) straripanti notizie da vari  organi d’informazione  che raramente, però - o forse mai - hanno fornito ragguagli sull’origine non agnesina del principale emblema  delle malelingue aquilane, cioè, il noto mascherone in pietra esistente a L’Aquila e collocato al 2° piano di palazzo Cammelli, all’incrocio tra via S.Teresa e via Roma.
Al singolare mascherone - che è stato anche visto anche in una puntata della trasmissione televisiva “Sereno Variabile” dedicata alla singolare festa agnesina aquilana - è ispirato il logo ufficiale del “Pianeta Maldicenza” e dell’Associazione Culturale della “Confraternita dei Devoti di Sant’Agnese” che nell’antica scultura  rupestre ha identificato un vecchio e saggio signore “capace di profferire con autorità, franchezza e coraggio, parole gentili e spinose”. Per queste considerazioni, i “Devoti” della congrega aquilana hanno collocato sulla lingua sporgente del saggio signore  una rosa con lo stelo guarnito di aculei pungenti. 
L’espressione contratta (ma fiera) del volto dell’anziano e saggio personaggio, sembra essere attagliata coerentemente agli effetti prodotti dalla rosa pungente stretta tra le labbra e posta  sull’organo tattile che aggetta in fuori dalla cavità orale.
E’ opportuno osservare che il significato storico del mascherone in pietra è ben diverso da quello creato - forse in maniera fuorviante - dalla innovativa tradizione  agnesina aquilana, e ne troviamo la vera spiegazione sul libro  “Toponomastica storica della città di Aquila di Quirino Bernardi” che recita testualmente: “Trattasi di un emblema figurativo che gli antichi usavano mettere sui muri esterni, avvertimento per coloro i quali avessero la turpe abitudine della bestemmia. Il popolo aveva la credenza che al bestemmiatore si seccasse la lingua”.  Nel mascherone rupestre, con notevole efficacia, la lingua essiccata e sporgente fu realizzata con una sottile lamina di ferro.
Il chiarimento fornito da Quirino Bernardi sul significato dell’antico  mascherone è riportato  anche nel noto libro  “Riesso Quissu”  di Mario Lolli,  sulla cui copertina campeggia la fotografia dell’originale emblema rupestre, ovviamente sguarnito di rosa e di spine.
Sicuramente è importante e stimolante conoscere le nostre tradizioni, le nostre leggende e il nostro folklore, ma è altresì importante conoscere la nostra storia e il vero significato dei simboli che da tanti secoli arredano la nostra amatissima città.



 



Condividi

    



Commenta L'Articolo