Nuova riflessione da Venezia, dai cannoni sparaneve al “piano di marketing turistico”

 Carissimi Sono di nuovo a chiedervi ospitalità per partecipare alle vostre discussioni. Il fatto è che, dopo il terremoto, ad alcuni aquilani emigrati come me, è venuto spontaneo preoccuparsi per il futuro dell’Aquila e di pensare e tentare, anche da lontano, di suggerire qualche idea per indirizzare la città verso vocazioni e prospettive nuove, ovvero dare più energia a quelle già prima esistenti, ma che erano rimaste latenti o ingabbiate. Per la verità avevo anche il dubbio che nell’attuale difficilissima congiuntura, la classe dirigente dell’Aquila avesse il tempo e la lungimiranza per guardare più lontano. Oggi, scorrendo l’articolo "Cannoni sparaneve per Campo Imperatore – Assergi diventerà la Peschici d’Abruzzo", inizio a ricredermi, per alcune frasi del sindaco, quali: “piano di marketing turistico”, valorizzare e mettere in rete insieme ad Assergi, borghi isolati come “ Camarda, Aragno, Filetto, Pescomaggiore”, …. “pista ciclabile Assergi – Aragno – Collebrincioni, … che confluirà nella seconda pista Molina – Capitignano” e perfino con i percorsi “disseminati di bed and breakfast , ricavati nei vecchi caselli”. Confesso che alcuni slogan, come “la Peschici d’Abruzzo”, non mi piacciono e forse sono fuori luogo. Per qualcuno di quei borghi isolati non sarebbe più interessante ispirarsi al modello Santo Stefano di Sessanio? Ma l’entusiasmo e lo spirito visionario che traspaiono da questo articolo, mi sembrano importanti per cominciare a delineare e perché no, a concretizzare le novità e le vocazioni future di questa parte d’Abruzzo. E mi pare anche logico che per ragionare su questo nuovo scenario si assuma come punto di partenza proprio il Gran Sasso. Se l’altro ieri ho discusso l’idea dei cannoni sparaneve, oggi vorrei commentare (o suggerire?) qualcosa sul “piano di marketing turistico”. Premesso che la definizione “turismo green” è adatta per essere al centro di questa idea di sviluppo, suggerirei di interpretarla in senso più ampio, anche verso un turismo di qualità. Forse dico una cosa ovvia, ma considererei molto seriamente il fatto che Roma dista dal Gran Sasso 115 km di autostrada, poco più di un’ora di macchina. Sarà pure un’ovvietà, ma viene da chiedersi: è mai stata fatta una vera campagna di promozione e marketing con obiettivo di attrarre turismo di qualità, su Roma? Forse si potrebbe cominciare con sondaggi in campo (questionari?), fatti tra campioni di gente della capitale, per capire cosa si aspetterebbero e cosa piacerebbe loro della nuova Aquila, e in particolare di un nuovo (oganizzativamente parlando) Gran Sasso. Forse la nuova Aquila può anche diventare luogo di seconde case per i Romani, anche in vista della sovrabbondanza di appartamenti che inevitabimente emergerà nel prossimo futuro? Ricordo che quando ero a Milano, per andare a sciare (o per una camminata in montagna in estate) dovevamo come minimo fare due ore di macchina. Alpe di Mera, Alagna, Livigno, Cervinia ecc. sono abbastanza più distanti da Milano di quanto non lo sia Roma dal Gran Sasso. La stessa cosa si può dire per la distanza di Venezia dai campi di sci. Roma può essere il target di riferimento e viene da pensare che una volta stabilita una sintonia, si saranno create le premesse per essere attrattivi anche verso altre città o regioni, magari anche verso l’estero. Gaetano Sebastiani, Venezia.

 



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