Incontro oggi con il candidato alla segreteria regionale del Pd Paolo Della Ventura

Tocci a sostegno di Della Ventura In vista delle primarie del Partito democratico in programma il primo marzo, questa sera alle 18,15, nella Casa del volontariato, si terrà un incontro con il candidato alla segreteria regionale del Pd Paolo Della Ventura e il senatore Walter Tocci sul tema: «Partito e passione politica». «L’incontro», affermano i promotori dell’iniziativa, «ha come obiettivo l’avvio di un confronto, con iscritti ed elettori aquilani, sul futuro del Pd che deve tornare a essere un partito capace di trasmettere passione».

IL PROGRAMMA DI PAOLO DELLA VENTURA

Quello di cui c’è bisogno è un partito che studi e progetti; che partecipi e decida; che promuova campagne e azioni. Un partito che viva all’aria aperta e alla luce del sole; senza filiere, senza fondazioni elettorali, senza opacità. Che promuova quelli bravi, non “quelli della corrente”; che faccia della trasparenza e della semplicità il primo motivo di recupero della fiducia. Un partito che rappresenti gli elettori che abbiamo conservato e quelli che abbiamo perduto. Che dica quello che fa e faccia quello che dice.

Sotto il profilo meramente politico è bene che il partito recuperi il proprio ruolo –politico, appunto- di stimolo ed indirizzo all’attività amministrativa e di governo della Regione. Senza esserne al traino, cercando di stare non solo al passo con l’attività amministrativa, ma possibilmente avanti: suggerendo linee ed azioni, campagne tematiche e di sensibilizzazione, indicando e migliorando, ove e se possibile, le scelte amministrative e di governo. Tenendo ben a mente la diversità, necessaria, dei due ruoli: politico ed amministrativo, evitando confusioni ed appiattimenti.
Il rischio è uno svilimento del ruolo del partito, relegandolo alla condizione di «partito degli eletti». Questo genera la nascita di leadership di riferimento nell’elettorato e nel partito e a una conseguente perdita di peso degli iscritti e degli organismi dirigenti. Per questo è importante garantire la distinzione e la separazione tra ruolo negli organismi dirigenti e ruoli di governo regionale. Al partito il compito di promuovere la partecipazione e il dibattito, di elaborare gli indirizzi, al governo regionale quello di tradurre questi indirizzi in azioni efficaci e valutabili.
Ciò comporta anche che le carriere dei politici non debbano concludersi con incarichi nel sottogoverno, nelle partecipazioni regionali o di livello provinciale, a prescindere spesso dalle competenze che si hanno, come premio di fine carriera. Non è serio e accade troppo spesso.

Sotto il profilo della elaborazione si può pensare che ogni iniziativa legislativa, ogni elaborazione teorica, ogni soluzione amministrativa si trasformi immediatamente in campagna di informazione e di condivisione con i cittadini. Il modo di essere di un partito risponde, infatti, al suo progetto politico. Un partito conservatore avrà meno attenzione per la partecipazione di tutti ai meccanismi decisionali e favorirà le élites o le oligarchie. Un partito progressista avrà una visione opposta e si farà forte della ricerca del massimo coinvolgimento non plebiscitario, ma fondato sullo svolgimento di processi democratici e di crescita culturale.

La struttura il modo di essere del Pd non può riguardare soltanto gli iscritti ma essere immediatamente rivolta a chi è fuori dall’organizzazione e dalla politica. Anche lo Statuto regionale prevede (art.1 co.6), iscritti ed elettori come “soggetti fondamentali della vita democratica del partito”. Il progetto politico del nostro partito si basa su una generale crescita culturale e democratica che avvicini tutti i cittadini ai processi decisionali della politica. E quindi bisogna estendere e organizzare la partecipazione per rifondare la vita del Pd e la sua proiezione nella società. Partecipazione non è semplice disponibilità all'ascolto. È necessario stabilire un autentico dialogo attivo con i cittadini per costruire insieme una vera democrazia orizzontale. A tale scopo dovremo riuscire a individuare e abbattere quelle barriere che oggi impediscono il dialogo, a cominciare dal linguaggio: bisogna fare uno sforzo per essere chiari, evitando il politichese.
Elaborazione, comunicazione e partecipazione devono sempre andare insieme, se vogliamo cambiare le cose. Il Pd deve, in primo luogo, promuovere una cultura del dialogo. Nelle realtà sociali, nelle esperienze di cittadinanza attiva, c’è anche il sapere necessario per governare. Sono i molti a doversi organizzare e a questo deve soprattutto servire un grande partito. Perciò, democrazia partecipativa e deliberativa s’impongono.
 Che cosa pensano gli iscritti al Pd sui grandi temi di interesse regionale e dei territori? Che ne pensano i suoi amministratori, chi ‘raccoglie’ la loro posizione? Che ne dicono gli elettori?
Che strumenti hanno cittadini ed elettori per partecipare a queste discussioni? Primarie, certo, per l'elezione del gruppo dirigente e del segretario. Ma anche "doparie", per la consultazione periodica sulle scelte politiche.

Lo Statuto regionale del Pd, come quello nazionale contiene già norme e strumenti (per esempio referendum interni ed altre forme di consultazione, art. 31) che, se azionati e attuati, sono in grado di delineare un'identità democratica nuova.

Partendo da ciò che già esiste, bisogna puntare su un forte rilancio dei circoli del Partito democratico. I circoli devono essere “vivi” e riconoscibili sul territorio e gli eletti del Pd, in qualsiasi carica istituzionale, devono partecipare alla vita del Circolo di appartenenza al fine di garantire la massima trasparenza sui processi decisionali e sulle pratiche di governo. I circoli dovrebbero considerarsi luoghi di confronto e di elaborazione politica per tutti i cittadini, iscritti e non iscritti, e puntare ad essere soggetti attivi per la condivisione delle scelte e per la diffusione delle informazioni.
Nei circoli democratici i cittadini attivi devono sentirsi a casa loro, poter partecipare alle attività e condividere esperienze e competenze.

È necessaria la sperimentazione di nuove modalità di adesione, con la possibilità per i non iscritti di accedere ad un nuovo sistema di diritti-doveri. La richiesta di adesione al partito è in fortissimo calo ma la richiesta di partecipazione da parte di un elettorato sempre più istruito e informato è forte (soprattutto tra i giovani). Sono persone, gruppi e associazioni attivi anche semplicemente temi specifici, a cui il partito deve dare accoglienza in un processo di elaborazione che abbia casa nei circoli.

I referendum interni devono essere resi più accessibili, abbassando il quorum per azionarli. Potranno essere di due tipi: consultivi su alcuni grandi temi (con il coinvolgimento di tutti gli elettori), deliberativi per i soli iscritti. Fondamentale è che la consultazione degli iscritti divenga parte dei processi decisionali ordinari secondo l’ormai acquisita descrizione riconducibile al termine di doparie, in modo da interagire con l’agenda dei diversi organismi dirigenti.
Le informazioni e i documenti devono essere accessibili con un congruo anticipo rispetto alla convocazione delle sedi deliberanti. Sarà banale, ma oggi raramente è così. Per questo le riunioni dei diversi Organismi in cui è organizzato il Partito democratico (Direzioni, Assemblee, Direttivi) dovranno essere rendicontate e tutta la documentazione a corredo delle diverse Assemblee (convocazione, OdG, documenti allegati, verbali) dovrà essere pubblicata sul sito del Partito.

La rete riduce le distanze, può mettere in comunicazione direttamente circoli e militanti anche di territori molto lontani tra loro, può consentire la condivisione di documenti e di campagne, di buone pratiche e di conoscenze che altrimenti faticherebbero a emergere nel dibattito pubblico. La politica è reale solo se è condivisa. La rete può essere una delle principali porte di accesso al Pd regionale in un sistema che sia aperto a tutti i cittadini e che riservi agli iscritti compiti specifici connessi con il loro ruolo. Il ricorso sistematico alla consultazione sulle scelte politiche dovrebbe diventare la base sulla quale i gruppi dirigenti predispongono le discussioni negli organismi di partito.

Il conflitto d’interessi va superato perché il partito sia sempre e comunque al di sopra di ogni sospetto: nessun doppione nelle cariche, no a incarichi che si sovrappongono, anagrafe di tutti coloro che per conto del Pd regionale, provinciale, comunale, amministrano il bene pubblico, anche nelle società territoriali controllate. I cittadini devono poter ricevere un'informazione chiara: nome e cognome – o sigla di riconoscimento – di chi dona al partito, di chi dal partito riceve, quanto il partito spende, quando, come e perché. Un'informazione semplice aiuta a diffondere più fiducia tra i cittadini.

La completa trasparenza dal punto di vista contabile e finanziario è una scelta fondamentale. Il nostro PD regionale (e tutti i livelli territoriali) deve rendere fattibile quel controllo di tipo diffuso (pubblico, inteso come possibile per tutti) che è certamente superiore a qualsiasi tipo di controllo privato: un bilancio che tutti possano leggere, capire, discutere e partecipare. Nessuna opacità. Tutti i soggetti locali, le associazioni e le fondazioni che fanno riferimento a personalità del Pd devono attenersi. Per sapere tutto.
Perciò alcune azioni sono indispensabili:
Trasparenza su chi dona al partito, su chi dal partito riceve, su quanto il partito spende, quando, come e perché;
–Redazione di un bilancio intellegibile per tutti;
Open data già esistenti per le forme di finanziamento, aperti a tutti: le forme di finanziamento, le forme di spesa, con il massimo livello di dettaglio raggiungibile, perché chiunque lo voglia possa essere sempre e velocemente informato su dove vengono, dove vanno e come vengono usati i soldi del nostro partito regionale e dei livelli territoriali e locali. In particolare, massima tensione verso la trasparenza su spese di personale dipendente, spese di collaborazione e consulenza, spese per costi e servizi, dettagliate per fornitore/tipo di fornitura, in base agli importi;
–Bilancio federale: definire e impostare un bilancio consolidato che includa nel bilancio regionale quelli provinciali (e se possibile quelli comunali).

Immaginando dei passaggi operativi per il nuovo partito, si può pensare ai seguenti:
aggiornamento e arricchimento del proprio database (chiedendo a tutti coloro che hanno partecipato alle primarie di indicare le proprie competenze, le proprie aspirazioni, la propria disponibilità, per partecipare alle prossime campagne politiche e alla vita del partito);
•Pd facile e accessibile, che consenta la partecipazione informata a tutti, anche a chi ha poco tempo. Per una politica di qualità aperta a tutti coloro che sono interessati;
indagine conoscitiva sullo stato dei circoli, quanti, dove, quanti iscritti, cosa fare per sostenerli;
promuovere forme di autofinanziamento progettuali: si finanzia questa iniziativa, questa campagna, questa missione del Pd. Distribuzione (reale) delle risorse ripensata a favore delle realtà periferiche;
fine delle “filiere”, per premiare le competenze, non la fedeltà.



 



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