Dal 31 Marzo stop al contributo di autonoma sistemazione

Le 1086 persone che percepiscono ancora il contributo per l’autonoma sistemazione, il cosiddetto Cas (in tutto circa 500 nuclei familiari, secondo gli ultimi dati del Comune), dal 31 marzo non riceveranno più l’assegno che viene erogato a coloro che non hanno più una casa in seguito al terremoto. Dal primo aprile stop anche all’affitto concordato e al fondo immobiliare, ossia a tutte le forme onerose di assistenza post-sisma, costate diversi milioni di euro all’anno per poter aiutare i cittadini rimasti senza casa. Il tutto in un’ottica di razionalizzazione delle spese legate alla gestione del dopo terremoto voluta proprio dallo Stato. «Finisce un’epoca», ha commentato l’assessore Fabio Pelini, che ha anche accennato al futuro utilizzo del Progetto Case: il Comune può cominciare ora a gestire le new town – grande patrimonio immobiliare finora più un peso sulle spalle dell’amministrazione che una risorsa – «in modo più libero», pensando a strutturare alcuni dei 19 quartieri come campus universitari, in particolare quelli di Roio e di Coppito, vicini alle facoltà di Ingegneria e Medicina, mentre si metteranno a disposizione alloggi soprattutto per le famiglie in condizioni di fragilità sociale e per i disoccupati. «Sono le due direttrici principali su cui si orienterà ora il lavoro del Comune», ha spiegato Pelini (affiancato anche dalla dirigente del settore Dania Aniceti), «e per le quali già stiamo predisponendo i bandi». Facendo un bilancio , Pelini ha ripercorso la storia dell’assistenza alla popolazione. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo generale del risparmio e della razionalizzazione delle risorse e degli alloggi. Alla fine del commissariamento e alla vigilia del passaggio di consegne tra Sge e Comune nel dicembre del 2011», ha ricostruito, «il Cas ammontava a oltre 3 milioni di euro con 13721 assistiti. L’ultima mensilità pagata, nel settembre 2014, ammonta a poco più di 449mila euro, con un risparmio dell’85% dovuto all’avanzare della ricostruzione da un lato e dei provvedimenti messi in campo dal Comune dall’altro». In questi anni, infatti, oltre a «mettere ordine al ginepraio di ordinanze, direttive e provvedimenti molto confusi e lacunosi che ci aveva lasciato la Protezione civile», il Comune ha realizzato una serie di censimenti della popolazione assistita e di controlli per scovare i “furbetti” che incassavano contributi non dovuti.

 



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