Prete ricattato, Curia e trasparenza don Luigi Sid lascia il suo ufficio di Parroco

"Si rende noto che don Abid (Luigi) Sid, appartenente al nostro Presbiterio, è il sacerdote rimasto coinvolto nella vicenda degli “sms” inviati ad un giovane israeliano, di origine palestinese. Di questo episodio, di cui si sta occupando la Magistratura, hanno largamente parlato i mass media locali. Si sottolinea anche il fatto che in questa vicenda don Abid, secondo la legge civile, è parte lesa".

Si legge in una nota diffusa dall'Ufficio stampa dell'Arcidiocesi dell'Aquila che, finalmente, ha inteso far luce su una vicenda di cui molto si è parlato e scritto, nelle settimane scorse.

"Aderendo all’autorevole invito, che, con paterna determinazione, gli ha rivolto l’Arcivescovo Petrocchi in una recente lettera - si legge nella nota - don Abid (Luigi) Sid ha rassegnato le dimissioni dall’ufficio di parroco della Parrocchia di S. Raniero in Civita di Bagno (Aq), così come da qualunque altro ufficio ecclesiastico. Si precisa che la scelta fatta risponde ad un profondo bisogno di trasparenza e di lealtà verso la Comunità ecclesiale e sociale; inoltre, attraverso l’adozione di queste misure, che hanno valore “cautelativo”, vengono poste le condizioni previe per il successivo svolgimento del procedimento ecclesiale, volto a far emergere anche gli eventuali risvolti canonici della vicenda".

Dunque, don Abid Sid lascia il suo ufficio di Parroco anche per poter meglio rendere ragione delle proprie azioni, nelle sedi giudiziarie deputate, senza coinvolgere la Comunità ecclesiale a lui affidata. "Ha dichiarato la sua gratitudine nei confronti dell’Arcivescovo, che ha improntato il suo comportamento alla ricerca della giustizia nella carità, ed ha espresso la Sua piena fiducia nell’operato della Magistratura e della Polizia di Stato", ha sottolineato l'Arcidiocesi. "Lascia temporaneamente la Diocesi, per passare un periodo di riflessione e di preghiera in un centro di spiritualità. Resterà fuori sede, per il tempo necessario a far piena luce sulla vicenda, in sede civile e canonica, fatti salvi i tempi in cui dovrà - essendo figlio unico - rientrare per assistere l’anziana madre, ormai novantenne e gravemente malata. Riconferma il suo profondo affetto verso le Parrocchie che ha servito e verso tutte le persone che, nello svolgimento del suo ministero, ha avuto la gioia di incontrare".

Il  nome in città era sulla bocca di tutti. A rivelarlo ufficialmente è stato questa mattina, poco dopo le otto, attraverso un comunicato ufficiale,   l’arcivescovo dell’Aquila monsignor Giuseppe Petrocchi.

Il prete ricattato da uno studente (che a gennaio era stato messo agli arresti domiciliari) e al quale il sacerdote aveva inviato sms a luci rosse, è don Luigi Abid Sid , parroco di Civita di Bagno, molto vicino a Casa Savoia, e con incarichi in Curia maturati soprattutto dal 2010 al 2012.


Al di là della specifica vicenda che ora, nella città di Sant’Agnese, sarà oggetto più di prima di gossip e pettegolezzi, non si può non  notare un cambio di passo , nella direzione della trasparenza, da parte dell’attuale arcivescovo dell’Aquila.

Prima di arrivare al comunicato di oggi è stato seguito un iter complesso che la Chiesa deve adottare in questi casi. Si tratta, per capirci, di indagini preliminari, come quelle che fa il Pm nell’inchiesta penale, che portano a provvedimenti momentanei da approfondire meglio in ulteriori passaggi. Una cosa del genere nella tormentata gestione della Curia aquilana degli ultimi venticinque anni non si era mai vista. Il vento nuovo di Francesco sta arrivando anche in periferia. All’arcivescovo dell’Aquila va dato atto di avere compiuto un atto di coraggio che forse a brevissimo non premierà, ma che alla lunga potrà dare frutti importanti soprattutto dal punto di vista spirituale.

Un attestato di solidarietà a don Luigi è arrivato ieri sera anche da un gruppo di giovani di Camarda (il sacerdote era rettore del santuario di San Pietro della Ienca). «Al di là delle recenti notizie, riguardanti il nostro sacerdote, volevamo scagliare una pietra in suo favore», scrivono i giovani, «don Luigi è stato, ed è tuttora, l’unica persona che supporta le attività giovanili nel nostro territorio. Fin dal primo momento del suo arrivo a San Pietro, ci ha coinvolti nelle attività ecclesiastiche e ludiche legate alla chiesa del Borgo, facendoci rivivere il paese che è stato dei nostri genitori e, prima, dei nostri nonni (San Pietro di Camarda). Ha fatto tornare il buon umore anche tra i più anziani, che, negli ultimi anni, si sono sentiti "rapiti" lontani come sono dal vecchio borgo. In estate abbiamo organizzato, insieme a lui, una festa a San Pietro, coinvolgendo, interamente il paese di Camarda. In procinto ce ne sono altre, per creare coesione ed entusiasmo tra le persone. Avevamo, e abbiamo tuttora intenzione di far nascere un "gruppo giovani" e metterci in comunione con gruppi di ragazzi in tutto il mondo per creare movimenti ecclesiastici che oggi stanno scomparendo. Faremo una petizione per far restare il parroco tra noi, sperando in un riscontro positivo della popolazione, perché una persona come lui è difficile trovarla».

 



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