Pagamento tasse in 10 anni e non 5. Cialente: «troppo poco» -polemiche sugli scontri-

(Abruzzo24ore) -  Ieri sera, dopo una giornata intensa e convulsa a causa della manifestazione romana, una nota di Palazzo Chigi ha reso noto che il governo presenterà in aula al Senato la correzione al decreto legge sulla manovra, per ripartire il pagamento su 10 anni anzichè su 5, come attualmente dispone la norma approvata in Commissione.
Ma non per tutti e continuano imperterrite le differenze con gli altri terremotati che in situazioni analoghe hanno beneficiato di vantaggi superiori.
Dal primo luglio dipendenti e pensionati dovranno versare nuovamente le imposte.
Tutto è sospeso invece per i lavoratori autonomi e per le imprese che hanno un volume d'affari inferiore ai 200 mila euro che non dovranno versare tributi e contributi fino al 20 dicembre 2010.
Una fetta troppo piccola di cittadini, però, si dice ormai da settimane, è rinchiusa in questo range.
La sospensione dei pagamenti annunciata dal governo per l'Abruzzo, e poi attuata con un emendamento introdotto nella manovra, divide così i destini dei lavoratori autonomi e dei dipendenti. Una lotta tra ''poveri'' di cui il territorio non sentiva di certo la necessità.
Gli "autonomi" avranno ancora 5 mesi di sospensione.
E, anche se la norma non è ancora stata trasformata in legge, l'Agenzia delle Entrate e l'Inps hanno annunciato che manterranno la moratoria.
Lo stop, invece, non vale per dipendenti e pensionati, ma anche per le aziende più grandi.
Sono escluse espressamente anche le banche e le assicurazioni. Per i primi, comunque, non ci sono "grandi" scadenze in vista.
Il pagamento dell'Ici sulle seconde case andrà fatto a dicembre e anche le imposte per la dichiarazione Unico, prevista in prima battuta il 16 giugno, rientrano certamente tra i tributi arretrati che vanno versati da gennaio prossimo.

DAL NUOVO ANNO A REGIME

Dal prossimo anno, però, si tornerà a regime, secondo quanto previsto dall'emendamento del relatore di maggioranza approvato in commissione Bilancio al Senato sul decreto della manovra.
La riscossione degli arretrati inizierà dal mese di gennaio senza sanzioni, interessi e ulteriori oneri: sarà però possibile suddividere il versamento in sessanta rate mensili di pari importo.
Lo stesso vale per i contributi previdenziali ed assistenziale, nonché per i premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali.
Il fisco, insomma, anche se con ritardo vuole incassare i tributi dovuti con una inversione di tendenza rispetto al recente passato.

GLI ALTRI TERREMOTI

Per il terremoto del 13 dicembre in Sicilia la sospensione dei tributi durò 3 anni e il governo nel 2003 ridusse del 90% i versamenti per chi non aveva pagato.
Per il terremoto di Umbria e Marche del 1997 il recupero iniziò nel gennaio 2009, con l'abbattimento per le vittime dei 3/5 di quanto dovuto.
Lo stesso accadde per il terremoto del Molise del 2002: la sospensione per le zone più colpite durò fino al 31 dicembre 2008 e alla fine, con un emendamento proposto da deputati locali, venne introdotta una decurtazione equiparata a quella di Umbria e Marche.
Ovviamente ogni volta che si decide una proroga o una decurtazione di imposte è necessario prevedere una "copertura finanziaria".
Questa volta a pagare lo slittamento della sospensione per l'Abruzzo saranno i fumatori.
I mancati incassi saranno realizzati con l'aumento delle accise su alcune tipologie di prodotti da fumo e in particolare sulle sigarette "low cost.

CIALENTE E LOLLI INSODDISFATTI

«L'emendamento rappresenta un passo avanti da parte del Governo, ma purtroppo non è ancora sufficiente», ha commentato ieri sera il sindaco Cialente. «Resta sempre il fatto che ciò che non é stato versato andrà restituito al 100%. Per essere chiari, fino a stamattina un lavoratore aquilano con uno stipendio netto di mille euro avrebbe avuto una decurtazione in busta paga di 266 euro, restando con uno stipendio di appena 740 euro, da terremotato e magari con un coniuge in cassa integrazione. Con l'emendamento inserito questa sera in finanziaria da parte del Governo, quello stesso lavoratore avrà una ritenuta in busta paga di 134 euro e uno stipendio di 876 euro. In ogni caso, come si vede, si tratta di decurtazioni insostenibili per le famiglie aquilane».
Insoddisfatto anche il deputato del Pd, Giovanni Lolli che ha parlato di un «piccolissimo passo avanti del tutto inadeguato».


Guarda video. lo sfogo un terremotato ferito

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