Stop all’assistenza alla popolazione, da ieri niente più Cas e affitto concordato

A partire da ieri, agli assegnatari del Progetto Case e dei villaggi Map verranno applicati i canoni concessori ridetermnati dalla delibera del consiglio comunale del marzo scorso. Gli assegnatari devono sostenere le spese di gestione e manutenzione ordinaria della parti Comuni (condominiali) per 0,60 euro a metro quadro al mese. Coloro che alla data del sisma occupavano l’abitazione danneggiata a titolo personale di godimento o in comodato d’uso derivante da parenti oltre il primo grado, devono corrispondere un canone di locazione. Coloro che hanno un Isee 2015 sino a 12mila euro all’anno possono ottenere l’abbattimento del canone di locazione, consegnando entro il 15 maggio l’Isee allo sportello unificato a Via Roma 207/A. Qualora lsee venga presentato oltre la data di scadenza, la riduzione del canone sarà applicata a partire dal mese successivo alla presentazione secondo gli accordi territoriali. (m.g.)L’AQUILA Davanti agli uffici comunali dell’assistenza alla popolazione in via Rocco Carabba ieri pomeriggio non c’era (quasi) nessuno. Uno sparuto gruppo di persone è entrato per chiedere i moduli e perfezionare le procedure per uscire dalla condizione di “assistiti” (definizione caduta in disgrazia da quando il Comune con delibera di giunta datata febbraio 2015 ha deciso che l’assistenza onerosa per lo Stato di sostegno ai terremotati ancora senza casa doveva cessare il 31 marzo scorso) e accettare un alloggio delle new town, l’unica forma di assistenza post-sisma che resta in vigore. Di solito il mercoledì pomeriggio la fila parte dalla scrivania dei dipendenti del Comune e arriva fino a fuori, ieri il deserto. Probabilmente perché la gente vuole aspettare cosa succederà dopo la deadline del 31 marzo. Fatto sta che da ieri stop al pagamento del contributo per l’assistenza alla popolazione (il cosiddetto cas, l’assegno che arrivava a fine mese in base a reddito e composizione famigliare), al fondo immobiliare, e all’affitto concordato. Se i cittadini non andranno a perfezionare il passaggio all'unica forma di assistenza concessa (quella degli alloggi delle new town) saranno sfrattati. Una posizione dalla quale «il Comune non tornerà indietro», ha detto l’assessore Fabio Pelini (nella foto piccola)ai cittadini che intanto si sono costituiti in comitato per cercare di trovare una via per fermare una decisione che ritengono «forzosa e illegale». A tal fine procede la raccolta firme per rafforzare il ricorso che sarà depositato al Tar subito dopo Pasqua. Non solo. I cittadini stanno valutando di fare richiesta di accesso agli atti dopo che l’assessore Pelini ha dichiarato che «i 53 milioni stanziati nel 2013 per il cas erano per tutto il cratere e hanno copertura normativa, non finanziaria, e sono stati utilizzati in altro modo». Sono tanti i pensionati e le persone malate che non se la sentono di affrontare un nuovo trasloco dopo averne affrontati già diversi dal 2009. Per molti si presenta, ora, anche lo scoglio di dover sostenere centinaia di euro di affitto per conservare i mobili in locali ad hoc, dato che nelle new town non ne avranno bisogno. Fondo immobiliare. Insistono a voler restare pagando un affitto equo e rispettoso dei patti territoriali i cittadini (87 nuclei famigliari) che vivono negli alloggi del fondo immobiliare. Europa Risorse, la società che gestisce questi appartamenti, però, applica canoni troppo esosi. «Abbiamo chiesto al Comune di fare da intermediario con Europa risorse», commenta Antonietta Centofanti del comitato cittadino, «ma finora non ha agito». Secondo le ordinnze post-sisma, dopo tre anni dalla stipula del contratto con i locatari Europa risorse avrebbe potuto spingere per far riscattare gli alloggi. Ma i prezzi sono talmente alti che finora soltanto una pensionata ha provveduto ad acquistare l’alloggio in cui viveva da tre anni.

 



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