Il settimanale Left racconta L’Aquila a sei anni dal terremoto

A sei anni dal sisma del 6 aprile L’Aquila teme di non tornare più alla vita. Stefano D’Amadio, con la sua macchina fotografica,  ha realizzato per il settimanale Left un reportage. Le parole di Angela Ciano hanno accompagnato gli scatti tra i vicoli di un “non luogo” abitato da operai, tecnici, capocantieri.“I mangiapolvere”, come li chiama il professor Colapietra.

La ricostruzione delle facciate procede, ma è una ricostruzione che ha allontanato invece di riavvicinare, di unire la cittadinanza dispersa nelle new town di periferia.

“La ricostruzione ha un carattere antiquiario, non c’è recupero urbano e sociale. Non c’è più quotidianità a L’Aquila…” racconta il prof. Colapietra, memoria storica della città e testardo abitante del centro storico “Non ho mai voluto abbandonare i miei libri e i miei gatti”.

Le parole di Fabrizio Barca, intervistato da Raffaele Lupoli, unico ministro (della Coesione territoriale dal 2011 al 2013) ad aver lavorato ad una strategia per il recupero della città: da una ricostruzione “autoritaria” era necessario passare a un vero proprio piano di sviluppo “da dentro”che mettesse in connessione natura e centri di competenza. Ma Renzi latita, così come una nuova regia per la città.

Nel numero del settimanale anche molto altro. Milano e cosa resta degli arancioni dopo la rinuncia di Giuliano Pisapia; una lunga e ragionata intervista a Sergio Cofferati che non risparmia critiche all’attuale segretario Cgil e fa il suo in bocca al lupo alla Coalizione sociale di Maurizio Landini; il gioco dell’oca delle leggi sulle Unioni civili, tra rinvii e stop con ritorno al via e apparenti lieti fine. Negli esteri Maziyar Ghiabi ci racconta le banlieu parigine dopo Charlie Ebdo, dove tra islamofobia e violenza nasce il Red star football club e poi Bosnia e Yemen, nuova polveriera del Medio Oriente. In cultura Piero della Francesca, scienziato-artista e la grande mostra a lui dedicata inaugurata a Reggio Emilia; le meravigliose immagini delle grotte di Latmos. L’intervista ad Edgar Reitz nella quale ci racconta la storia dell’Altra Heimat, quando nel XIX secolo i tedeschi erano costretti a migrare in cerca di fortuna e per chiudere la musica dei Negrita.


 



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