Irruzione in uno stabile sulla Mausonia, negli uffici di un avvocato e di un geometra

 I ladri hanno preso di mira anche gli uffici professionali. A farne le spese, l’altra notte, due uffici professionali che si trovano in uno stabile lungo la via Mausonia non lontano da un centro sportivo peraltro molto frequentato. I ladri, che sono passati attraverso una finestra, sono prima penetrati nello studio legale della famiglia Equizi, dove lavorano anche altri avvocati, e dopo avere messo tutto a soqquadro hanno portato vie dei computer «Mac» di ultima generazione, degli assegni che sono stati prontamente bloccati e qualche spicciolo. Non ha avuto una sorte molto diversa il vicino studio per geometri . I ladri sono stati agevolati dal fatto che non è attivo un sistema di allarme ma a parziale consolazione dei derubati c’è il fatto che in occasione di altri furti l’allarme è scattato e allora i ladri, pur di arraffare qualcosa e poi scappare, nella fretta hanno fatto danni che in questo caso non sono stati riscontrati. Allarme che, secondo quanto si è appreso, ora verrà comunque installato. Un colpo, comunque, non difficile in quanto la zona è assai frequentata di giorno ma di notte, soprattutto dopo una certa ora, non transita nessuno e il posto è decisamente appartato. Un furto che, comunque, causa qualche problema ai professionisti i quali si sono visti portare via dei computer nei quali si trovano dati importanti per la loro attività. La scoperta è stata fatta ieri mattina all’apertura degli studi professionali e la denuncia è stata presentata sempre ieri in una sezione di polizia giudiziaria che si trova nel palazzo di giustizia provvisorio di Bazzano. Una notizia che, quando si è appresa, ha destato un certo malumore nei commenti degli avvocati del Foro aquilano. Comunque le indagini saranno imperniate quasi esclusivamente su attività di polizia scientifica anche per capire dalle modalità se questi colpi, sempre più frequenti, sono da attribuire a una sola banda o se si tratta di gang diverse. Si tratta di furti, che come hanno appurato gli investigatori, sono fatti da persone che vivono dei proventi del reato. Bande che arrivano da fuori città e che tornano in Campania o Lazio, loro basi di partenza, una volta portato a termine il colpo.

 



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