L’Aquila: che casotto!

(Di Sante Acitelli) - Allora! Prendiamo lo spunto con l’ultima manifestazione a piazza Venezia! Al di là delle “botte”, delle “cariche”, degli “infiltrati”, dei celerini “aquilani” in prima fila ecc….; vediamo un po’ di fare un’analisi sui presenti e su quanto si sarebbe dovuto dire e fare ( a mio parere ovviamente)! Cominciamo dagli assenti! Non mi risulta fossero presenti i rappresentanti della Provincia dell’Aquila ne della regione Abruzzo, come se le richieste da portare all’attenzione del governo fossero solo dei comuni del “cratere” (L’Aquila e dintorni); questo lo trovo molto “strano” ed il messaggio che ne ricavo è quello di uno “scollamento” politico tra gli Enti Locali come se il problema della Ricostruzione riguardasse solamente gli “ultimi” tra gli Enti preposti ovvero i Comuni.

Continuiamo con le richieste! Mica le ho capite bene! Si chiedevano misure a favore dell’occupazione….. sostegno alle famiglie ed alle imprese…….. defiscalizzazione……. tassa di scopo. Cioè cosa esattamente? Dentro queste “frasi fatte” cosa si chiede che possa essere realmente praticato e deciso subito? Viene “sbandierato” che le tasse potranno essere pagate con una dilazione di 10 anni; non mi sembra una grossa vittoria anche se, effettivamente, non si capisce perché per altre tragedie le tasse sono state rateizzate e/o ridotte molto di più ed ora, invece, per far pagare le tasse in 10 anni invece che in 5 a chi non ha più lavoro ne casa si debba arrivare ad usare il manganello.

Continuiamo con i soldi! Berlusconi dice che i soldi sono stati erogati (ma non era lui che aveva fatto votare il famoso decreto legge del 28 aprile ’09 nel quale c’è scritto che i finanziamenti saranno erogati dal 2010 fino al …2033?!?!?!?! Ovvero in 24 anni?!?!?!?!).

Chiodi dice che i soldi ci sono (notizia di oggi), Giovanardi dice, pure lui, che i soldi ci sono, il vescovo, pure lui, dice che ha la disponibilità di fondi; tutti danno la colpa a Cialente (sindaco di L’Aquila n.d.r.) che non riesce ad organizzarsi ed è bravo solo a perdere tempo (e non hanno tutti i torti, aggiungo io); ma allora mancano gli “strumenti” per spendere questi soldi? Ed a cosa devono servire prioritariamente questi soldi? Secondo me, per prima cosa occorre risolvere in tempi brevissimi il problema delle case; se la gente non rientra nelle case perché non ha una casa è inutile parlare di strutture, economia, commercio ecc…; lo strumento è quello dei consorzi che già sono stati costituiti o almeno sono pronti per essere formalizzati; dunque ricominciare dall’ultima ordinanza della Protezione Civile che obbligava alla creazione di consorzi, a tempo, per presentare un’unica domanda di finanziamento correlata da un unico progetto di ricostruzione e dall’individuazione di un unico tecnico.

Ancora due “cosucce” che più che “sassolini” sono due macigni nelle scarpe.

Riprendo le cifre presentate dalla Bonino e da Pannella: si spendono 1.500.000,00 euro (diconsi un milione e mezzo di euro!!!!!!!) al giorno (si avete letto bene…. al giorno) per ospitare circa 30.000 aquilani negli alberghi della costa che sono coloro che hanno le case danneggiate con tipologie B e C ovvero che possono essere riparate con un costo compreso tra i 20.000 e 40.000 euro e questi soldi dati agli albergatori sono soldi veri anche se, sicuramente, erogati in ritardo. Ma allora non sarebbe meglio darli DIRETTAMENTE AGLI SFOLLATI CHE POTREBBERO RIPARARSI LA CASA PER CONTO LORO?Anche perché questi soldi favoriscono l’economia della costa abruzzese che già detiene oltre la metà dell’economia di tutta la regione e che continua ad arricchirsi sulla pelle di chi invece la casa non l’ha più incrementando l’indotto in quanto, oltre al beneficio diretto agli albergatori, occorre tener conto anche di altre attività legate alla presenza degli sfollati, per es. bar, trattorie, tabaccai, edicole, distributori di carburante ecc…tutto ciò aumenta il divario economica tra una parte della regione che è già ricca di per se a scapito della zona colpita dal MOSTRO che diventa sempre più povera.

Ultima considerazione! I  NON  RESIDENTI! Da stime dello scorso anno si era dedotto che la zona di L’Aquila circa la metà delle case è dei NON  RESIDENTI ovvero una realtà fondamentale nell’economia del territorio, una realtà senza la quale è impensabile qualunque forma di ripresa economica e sociale; stiamo parlando di decine e decine di migliaia di persone che non hanno più una casa (o seconda casa) ma che rappresentavano l’ossatura sulla quale girava tutta l’economia aquilana e dintorni sia direttamente collegabile alla filiera turistica, gastronomica e culturale sia indirettamente riconducibile alla tassazione comunale (leggi I.C.I. che a L’Aquila ha un coefficiente tra i più alti in Italia); senza dimenticare la maggiorazione delle utenze che servivano a tenere bassi i costi delle utenze ai residenti.Bene! Dei NON RESIDENTI non si parla, non esistono, sono volatilizzati, sono solo “ricchi che si possono permettere di perdere le loro proprietà” (anzi, sotto sotto, è anche giusto che gente così sfacciatamente ricca perda quello che aveva). Non sarà giunto il momento che i NON  RESIDENTI si organizzino e trovino spazio e voce nella politica della Ricostruzione? Non sarà il caso di farli sentire presenti ed attori importanti nelle scelte, nelle priorità, nella condivisione degli obiettivi da perseguire? Secondo me dovrebbero sedere, stabilmente, in tutti i tavoli della concertazione nei quali si discute e si decide sul futuro di un territorio che hanno SCELTO di AMARE!

cifone



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