Nuclei Cinofili Antiveleno in azione nel Parco Gran Sasso Laga

L'Unita' Cinofila Antiveleno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e' entrata in azione nella splendida cornice  dell'Orto botanico a San Colombo di Barisciano, fornendo, sotto la guida dei loro due conduttori, una riuscita dimostrazione delle capacita' dei cani nella ricerca di bocconi avvelenati. La costituzione dell'Unita' Cinofila è la misura chiave del progetto Life Natura 'Antidoto'. I cani sono Dingo, Jonai, Datcha, Maya e Karma e sono di razza pastore belga malinois, labrador e border collier.

La circostanza ha riunito rappresentanti istituzionali ed agenti del Corpo Forestale dello Stato, che collabora in maniera determinante al progetto 'Antitodo', il Direttore Marcello Maranella ed il Servizio Scientifico dell'Ente Parco, capofila del progetto, i rappresentanti dei due partner spagnoli: la Junta de Andalucia e la Regione d'Aragona e la societa' Alimenti Eukanuba, che ha sponsorizzato il progetto provvedendo all'alimentazione dei cani. Presente anche il noto studioso e documentarista Francesco Petretti che ha filmato i cani in azione.

Protagonisti assoluti della giornata sono stati naturalmente i cinque bellissimi cani, che hanno dato esaurienti dimostrazioni della loro eccezionale capacita' nel fiutare ed individuare i bocconi avvelenati. Quando li trovano, li marcano accovacciandosi nei pressi e segnalandone la presenza ai conduttori, con i quali mostrano di avere un rapporto davvero speciale. In seguito, sono gli agenti del CFS ad occuparsi della repertazione dei campioni, delle indagini investigative e di tutti i passaggi tecnici e legali. Per i cani, la ricompensa e' fatta di coccole e giochi.

L'utilizzazione di Nuclei Cinofili Antiveleno e' una novita' assoluta nel panorama italiano e rappresentera' senz'altro una svolta nella lotta alla barbara pratica che provoca ogni anno migliaia di morti e per combattere la quale non vi era sinora alcun efficace strumento.  Il veleno, infatti, non e' selettivo e colpisce tanto il cane domestico quanto gli animali selvatici protetti come orso, lupo, aquila reale, gipeto, grifone, nibbio reale e capovaccaio. Muoiono tra atroci sofferenze sia gli animali che si cibano direttamente dei bocconi avvelenati sia quelli necrofagi, cibandosi delle carcasse di animali morti per avvelenamento. Si innesca, in tal modo, un'agghiacciante catena di morte.

I Nuclei Cinofili Antiveleno che il Parco ha a disposizione sono due: il primo e' composto da tre cani guidati da un conduttore dell'Ente, il secondo composto da due cani guidati da un conduttore del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente del Corpo Forestale dello Stato. Entrambi effettueranno sia uscite mirate, ad esempio su segnalazione di casi di sospetto avvelenamento, sia ispezioni preventive sul territorio del Parco, affiancati dagli agenti del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente del CFS.



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