Botte a moglie e figlia, inflitti trenta mesi a un 58enne

Due anni e mezzo di reclusione sono stati inflitti dal giudice per le indagini preliminari del tribunale Giuseppe Romano Gargarella a un 58enne aquilano accusato di maltrattamenti in famiglia. Per l’uomo (del quale non possiamo fornire le generalità per tutelare il diritto alla riservatezza della famiglia) il pm aveva chiesto tre anni e mezzo di carcere. Il 58enne, assistito dall’avvocato Stefano Rossi, era stato arrestato una decina di giorni fa dalla squadra Volante, chiamata dalla moglie. Gli agenti giunti sul posto ebbero modo di trovare una situazione allarmante. La lite era cominciata sin da quando il marito era andato a riprendere la moglie sul luogo di lavoro con l’automobile, in evidente stato di ebbrezza alcolica e aveva iniziato a offenderla e a minacciarla. Mentre si dirigevano con la vettura verso casa il marito, evidentemente fuori di sé, aveva più volte sbattuto i pugni sopra il cruscotto e aveva minacciato di morte la donna; inoltre mentre percorreva la strada verso casa a velocità elevata, simulò l’intenzione di andare a sbattere contro un albero, facendo sterzate improvvise. Lo stato d’ira dell’uomo non si placò nemmeno quando, giunto a casa, inspiegabilmente si diresse verso la stanza della figlia, che stava guardando la tv, insultandola e picchiandola. Il 58enne, alla vista degli operatori di polizia, invece di calmarsi, per nulla intimorito, si scagliò contro gli agenti spintonandoli e minacciandoli di morte con un coltello da cucina. Per vincere la sua resistenza senza far uso delle armi fu necessario l’intervento di una seconda Volante: quattro agenti riuscirono a bloccarlo per poi condurlo in questura.

 



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