Botte e insulti alla moglie il gip dispone l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare

 Picchia e insulta la moglie davanti alla figlia minorenne. La donna chiede aiuto alla polizia e dopo le indagini della Squadra Mobile il gip del tribunale dispone l’allontanamento dell’uomo dall’abitazione familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle due donne. L’ennesima vicenda che porta alla luce il reato di atti persecutori ha come protagonista un uomo di 50 anni, di cui non viene riportato il nome per tutelare la figlia minorenne. La vittima delle persecuzioni è una donna aquilana che avrebbe subìto per anni le angherie e le umiliazioni del marito, sin dai primi anni del matrimonio. In alcuni casi la donna è stata picchiata ripetutamente, anche davanti alla figlia minorenne. Una vicenda risalente nel tempo e per la quale la donna non aveva mai sporto denuncia, limitandosi, nel 2008, a presentare un esposto in questura, con il quale chiedeva che il marito fosse diffidato dal continuare con tali condotte. Accadeva nel 2008, quando ancora non esisteva il delitto di atti persecutori inserito nel 2009. Evidentemente la donna, come spesso avviene in questa tipologia di reati, sperava che il marito potesse ravvedersi, ma le cose sono andate diversamente. E così la situazione è peggiorata notevolmente e alla violenza fisica e verbale si sono aggiunte minacce di morte. A quel punto la donna si è vista costretta ad abbandonare la propria abitazione e a rifugiarsi a casa dei propri genitori e avviare le pratiche per la separazione, ma nemmeno questo è servito a placare l’ira del marito, che invece ha iniziato a manifestare i suoi propositi di vendetta nei confronti della moglie anche a parenti e terze persone. A questo punto della propria vita, anche per tutelare la bimba minorenne, la donna si è finalmente convinta a chiedere aiuto e ha denunciato l’accaduto alla Squadra Mobile aquilana diretta da Maurilio Grasso. Le indagini, corredate dai certificati del pronto soccorso dell’ospedale «San Salvatore», hanno consentito alla Procura di chiedere e ottenere una misura cautelare nei confronti dell’indagato, che adesso non potrà più avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna e dalla figlia, compresa la casa familiare.



 



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