Positivo il bilancio per il 5° Salone della Ricostruzione

Tante proposte in cantiere e interessanti prospettive per il futuro sono emerse al 5° Salone della Ricostruzione che ha chiuso ieri  i battenti  . Nella rassegna sono stati proposti progetti e idee per la rinascita del territorio aquilano e dei comuni del cratere; la rassegna è riuscita a stimolare il dibattito e a lanciare temi strategici, che superano la ricostruzione materiale, ormai entrata in pieno regime, per ragionare nella prospettiva di una ricostruzione del tessuto culturale e sociale, di una riqualificazione delle aree urbane affinché diventino luoghi “vivi” e partecipati dalla popolazione.

Presenze in linea con le precedenti edizioni, pubblico fortemente qualificato, grande partecipazione all’azione convegnistica, forte valenza politico-sociale della manifestazione davanti a tutti gli attori della ricostruzione.

Un contributo fondamentale è venuto dalla presenza di Mario Cucinella, architetto di fama internazionale, uno dei massimi esperti di bioarchitettura e di rigenerazione urbana, fondatore della SOS (School Of Sustainability) prima scuola professionale post-graduate volta a formare nuove figure professionali nel campo della sostenibilità in architettura. “Dobbiamo prenderci cura di quello che abbiamo costruito. Negli ultimi 30 anni si è edificato in maniera intensiva, e questo ci ha fatto perdere numerose opportunità. Ora bisogna mettere le mani sul patrimonio esistente. Ci si sta spostando dall’idea di ristrutturare a quella di rigenerare. Dall’hardware al software. Non solo insistere sugli strumenti urbanistici ma entrare nel vivo delle città che si fa con gli altri. Occorre avviare un processo di riconciliazione sociale tra la comunità e la politica. Le città hanno un senso se vivono, se creano economia, se hanno un buon rapporto con la periferia. La vera sfida è costruire insieme agli altri le scelte. Non è solo problema estetico. Ci sono radicamenti, relazioni invisibili molto forti. Oltre all’architettura, bisogna ragionare sui temi della sociologia, del paesaggio, dell’economia del territorio.”

Buoni risultati e grandi prospettive nelle parole degli organizzatori e degli attori territoriali che hanno partecipato alla costruzione dell’impianto culturale della rassegna.

Tutti i convegni sono stati partecipati anche dagli amministratori che hanno portato un contributo utile alla ricostruzione, un confronto per rafforzare l’interesse delle istituzioni nazionali.


 



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