Genziana prodotta in convento a San Gregorio, suora patteggia una multa

 

 

 

 

Suora costretta a patteggiare per colpa della... genziana prodotta in convento. La religiosa, dunque, per evitare noie e lungaggini giudiziarie che mai si sarebbe aspettata di affrontare, ha chiuso con una sanzione pecuniaria (pena sospesa e non menzione), il risvolto penale relativo al sequestro dei famigerati 111 litri di elisir di genziana (insieme ad altri liquori, dal limoncello al limone-arancio, fino al nettare al caffè, oltre a prodotti alimentari) fatto alle apprezzate suore della casa famiglia «Immacolata Concezione» di San Gregorio. Una vicenda singolare ed eclatante, al punto da varcare i confini nazionali grazie al web, anticipata dal Centro due anni fa. Il caso fu avviato da un sequestro dei Nas in quanto quel prezioso liquido prodotto dalle religiose non possedeva l’etichetta e non aveva la tracciabilità ai sensi del rigido regolamento europeo del 2002. I militari sequestrarono oltre alla genziana anche tre chili di miele, 48 litri di liquore limoncello, e altri alimenti. Contro la decisione di eliminare le genziana, sulla scorta di un’ordinanza sindacale, era ammesso anche il ricorso al Tar e al presidente della Repubblica ma non se ne fece nulla e quel «ben di Dio» finì nelle fogne nonostante una serie di appelli accorati arrivati anche da molto lontano. Infatti fu addossato al Comune l’onere di eliminare la genziana, cosa che venne fatta seguendo una complessa procedura. Un vero peccato a fronte delle proprietà che ha la genziana: è utilizzata per favorire la digestione e trova applicazione nel trattamento dell’anoressia, delle atonie gastriche, delle digestioni lunghe e difficili e si usa per stimolare l’appetito dei bambini. Eppure le suore erano in regola. Le religiose, infatti, avevano un regolare permesso di somministrazione di alimenti, e dichiararono che le bottiglie di genziana erano per uso personale, ma sotto il profilo penale queste pur veritiere affermazioni non ebbero alcun peso. Comunque il caso è chiuso. E lo stesso legale della suora, l’avvocato Alessandra Ferrante, assicura che è trascorso il termine per un ipotetico ricorso in Cassazione contro il patteggiamento. Ma restano ancora da eliminare alcuni residui delle lavorazioni.



 



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