Cern, Renzi oggi nel laboratorio Top di fisica delle particelle Una storia lunga 60 anni

 

 

 

E' il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo e un esempio di proficua collaborazione internazionale con migliaia di scienziati di più di 100 nazionalità diverse impegnati ad ampliare i confini della conoscenza umana. Dai suoi laboratori sono uscite scoperte che hanno gettato nuova luce sulle leggi fondamentali della natura come la scoperta delle particelle mediatrici della forza debole, i bosoni W e Z, premiata con il Nobel a Carlo Rubbia e Simon van der Meer nel 1984, o l'invenzione del World Wide Web da parte del britannico Tim Berners-Lee nel 1989 o la recente scoperta del Bosone di Higgs (per cui è stato attribuito nel 2013 il premio Nobel a François Englert e Peter Higgs).

Si tratta del Cern - acronimo del francese "Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire" - fondato a Ginevra il 29 settembre del 1954 da dodici Paesi, tra cui l'Italia, e che oggi di Stati membri ne conta 21.

"Il Cern - ha ricordato in occasione delle 60 candeline del Cern Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare ampiamente coinvolto nell'attività del centro di Ginevra - è nato come prospettiva di rilancio per l'Europa straziata del dopoguerra, grazie alla lungimirante visione di un gruppo di scienziati, tra cui il nostro Edoardo Amaldi, che giocò un ruolo fondamentale". E da allora il Cern ha inanellato negli anni importanti conquiste scientifiche e non solo. Gli sforzi e la tecnologia messe in campo per realizzare acceleratori di particelle sempre più potenti e rivelatori di altissima precisione hanno trovato poi applicazioni al di fuori dei laboratori, con impatto sulla società e sulla vita quotidiana.

Negli ultimi anni il nome del Cern è sempre più associato al potentissimo acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider), grazie al quale è stato scoperto il Bosone di Higgs. E proprio LHC - dopo due anni di stop per manutenzione - ha regalato a inizio giugno nuove elettrizzanti emozioni con collisioni tra protoni accelerati a un'energia - 13.000 miliardi di elettronvolt - mai raggiunta prima. E' iniziata così la "Run 2" del Large Hadron Collider con i quattro esperimenti Alice, Atlas, Cms e LHCb che iniziano a raccogliere stabilmente i dati prodotti nelle collisioni ad altissima energia per i prossimi 3 anni contribuendo ancora una volta a svelare nuovi misteri.

L'Italia, dunque, ha scommesso fin dall'inizio sul Cern e ha continuato a investire nel tempo in questa istituzione a cui lavorano tanti ricercatori, ingegneri, tecnici italiani (1.500 su circa 11mila totali) e da cui ha avuto non poche soddisfazioni. Non ultima la designazione della fisica italiana Fabiola Gianotti - responsabile dell'esperimento Atlas dal marzo 2009 al febbraio 2013, periodo in cui gli esperimenti LHC Atlas e Cms hanno portato alla scoperta del Bosone di Higgs - a direttore generale del Cern, incarico che assumerà a partire dal primo gennaio prossimo per la durata di 5 anni. Una nomina che si inserisce in una lunga tradizione dell'Italia che, oltre al padre fondatore Amaldi, ha visto Carlo Rubbia e Luciano Maiani alla direzione del Cern. Tradizione che proseguirà con Fabiola Gianotti, prima donna in assoluto a ricoprire il ruolo di direttore generale del "Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire".



 



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