Seggiovia Fontari, nuovi attacchi ambientalisti Sospeso il progetto e bocciato il Parco

 

 

 

 

Una nuova tegola si abbatte sulla seggiovia Fontari, Il ministero dell’Ambiente ha sospeso la delibera con cui il consiglio direttivo del Parco Gran Sasso Laga ha dato il via libera alla nuova seggiovia. Il parere positivo dell'Ente, era in netto contrasto con quello espresso dall’ufficio tecnico. Esulta il fronte ambientalista, che rispolvera un vecchio progetto, ritenuto meno invasivo, firmato dall’ex direttore d’esercizio Dino Pignatelli, in cui si prevede la sostituzione dell’attuale impianto, senza allungare il percorso. La lettera del ministero è datata 8 luglio ed è stata inviata al consiglio di amministrazione del Parco: in sostanza viene sospeso l’iter e si chiede «un supplemento di istruttoria, anche alla luce di un contenzioso comunitario a cui eventualmente si potrebbe incorrere». A renderla pubblica è stato Stefano Allavena, consigliere dell’ente ed ex commissario, affiancato dal consigliere comunale di Rifondazione comunista Enrico Perilli, Giovanni Cialone, vicepresidente del Parco e membro di Italia Nostra, Daniele Walfrè dell’associazione “Salviamo l’orso” e Dino Pignatelli, già direttore degli impianti di Campo Imperatore. Dunque, un ulteriore stop al progetto delle nuove Fontari, voluto dal Comune e dal Centro turistico del Gran Sasso, per cui sono già pronti 6 milioni di euro, con la gara di appalto già espletata, nonostante mancassero pareri fondamentali come Via (valutazione d’impatto ambientale) e Vinca (valutazione d’incidenza ambientale), che spettano a Regione e Comune. Secondo il ministero, il nuovo impianto di risalita – con la stazione a monte spostata di un centinaio di metri e la linea che taglia la pista dell'Osservatorio – andrebbe a interferire con habitat di interesse comunitario, in particolare con aree vincolate di tipo Sic (Sito d’interesse comunitario) e Zps (Zone a protezione speciale). E non si tratterebbe di una semplice sostituzione, ma della realizzazione di un impianto nuovo di zecca. «Lo andiamo dicendo da tempo», ha commentato il consigliere comunale della maggioranza e presidente della commissione Territorio, Perilli, «e ora il ministero ci ha dato ragione. Noi non siamo contrari alla sostituzione delle Fontari, ma al progetto proposto, che ha un costo economico e ambientale elevatissimo e non risolve i problemi. Chiediamo che venga cestinato e si apra un dialogo serio, per trovare la giusta soluzione. C’è il progetto di Pignatelli, che aveva anche avuto il parere favorevole della conferenza dei servizi. In quanto al bando di gara già effettuato, con le due buste che devono ancora essere aperte, l’intera procedura è stata non corretta, visto che mancavano pareri fondamentali. Chi l’ha fatto, se ne assuma la responsabilità». Il sindaco Massimo Cialente ha più volte ribadito che senza il nuovo impianto salta la prossima stagione invernale. In un post su facebook ha precisato: «Smentisco l'interpretazione che Perilli dà di una lettera inviata, senza che il ministro ne sapesse nulla, da un dirigente.

Domani oggi il direttivo del Parco risponderà con atti di legge». Sulla stagione a rischio per Pignatelli, si può invece prorogare l’attuale impianto per altri due anni, con una revisione che costerebbe circa 200mila euro. Il suo progetto, datato 2013, prevede di traslare la linea attuale di una decina di metri. Le pecche maggiori del nuovo, a detta dell’ex direttore di Campo Imperatore, sarebbero soprattutto legate a problemi di sicurezza e intervento: «Bypassare la strada a monte significa alzare la linea per svariati metri e sottomettere l'impianto al vento. Proprio il problema che invece si vorrebbe eliminare».

Sulla questione Parco interviene anche il Movimento 5 Stelle dell’Aquila. «Per uno sviluppo del Gran Sasso, nel rispetto della sostenibilità e della legalità», sottolineano i dirigenti, «e in relazione al potenziamento dell'impianto di risalita “Fontari” e più in generale a tutta alla vicenda del Centro Turistico Gran Sasso, deve essere innanzitutto stigmatizzato l'attacco personale (da epurazione staliniana) del sindaco Cialente alla dottoressa Tinti, tecnico naturalista del Parco Gran Sasso, che ha agito nel pieno del suo dovere d'ufficio e in coerenza con un consolidato quadro programmatico e normativo che dal Prp, al Parco, ai Sic, alle Zps ha delineato una forte azione di tutela per l'area in oggetto, alla quale va la nostra solidarietà». I funzionari tecnici, in ogni Ente pubblico, ai sensi della stessa L.241/90, «devono poter operare liberamente secondo “scienza e coscienza”, con riferimento alle strumentazioni tecniche vigenti senza ingerenze e pressioni politiche. L'empasse sulla vicenda “Fontari” è da ricondurre alla scelta incoerente con il quadro sopra delineato di procedere, anziché alla mera sostituzione dell'impianto esistente (progetto che sarebbe stato già approvato e immediatamente cantierabile), a una riprogettazione dello stesso con traslazione e allungamento del tracciato. Una scelta arbitraria della quale risultano incomprensibili le ragioni tecniche, che comporta una maggior spesa e che, risultando anche maggiormente impattante sull'ambiente, risulta nel complesso di difficile fattibilità. Ciò ha determinato l'accumularsi di un ritardo tale da rendere ormai impraticabile anche la semplice sostituzione già precedentemente progettata ed approvata, e perfino un adeguamento tecnico dell'impianto esistente, e mette a rischio la prossima stagione invernale».

 



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