Oggi la Beata Antonia torna a Paganica nel monastero delle Clarisse

 

 

 

 

 

Aveva lasciato il monastero che aveva fondato con San Giovanni da Capestrano, una prima volta il 16 luglio del 1997, per trasferirsi con le Consorelle Clarisse nel Monastero di Paganica e offrirsi alla venerazione dei fedeli dall’altare di sinistra nella Chiesa conventuale dedicata alla Madonna del Carmine. Fino ad allora la Beata Antonia aveva “abitato” ininterrottamente nel Monastero dell’Eucaristia, in Via Sassa all’Aquila, per quattrocento cinquant’anni, i primi sette come Badessa poi come semplice monaca e Beata, profumando il monastero e la Città dell’Aquila con l’odore inebriante della sua santità. La Beata Antonia non era aquilana ma fiorentina, ed era stata inviata all’Aquila il 2 febbraio del 1433 dalla Fondatrice del Terz’ordine regolare femminile Beata Angelina, per fondare con un gruppetto di terziarie il monastero di Santa Elisabetta. Terziaria, Antonia, lo era diventata dopo aver udito predicare a Firenze San Bernardino da Siena, la cui eloquenza toccava e trasformava gli animi come autentiche ventate dello Spirito e che guarda caso, come lei, cesserà di vivere all’Aquila. Nel Monastero delle Terziarie Antonia restò solo quattordici anni perché l’incontro con Giovanni da Capestrano le fece ardere in cuore il desiderio di una consacrazione più profonda che poté avvenire entrando tra le Figlie di Santa Chiara, spinta dallo stesso Giovanni che acquistò per lei e le prime tredici consorelle il monastero aquilano di Via Sassa, detto dell’Eucaristia. Quando vi entrò era il 16 luglio, e vi fu accompagnata processionalmente da folta cittadinanza, autorità e clero, da Collemaggio e ivi “incarcerata” come dicono le antiche cronache dallo stesso Santo. L’Aquila si era talmente affezionata alla Beata Antonia, che incluse subito tra i suoi Santi maggiori per devozione, che quando nel 1997 si convenne sull’opportunità di traferire a Paganica il Monastero. Anche oggi, è un 16 luglio giorno in cui la Beata a casa, a Paganica, dopo un esilio di sei anni e tre mesi in cui è stata sfollata , dopo il sisma, nel monastero delle clarisse di Pollenza, in Provincia di Macerata. Il 16 luglio, dunque, quasi per inesplicabile mistero, è legato indissolubilmente ai destini della Beata Antonia. Mario Narducci giornalista e scrittore


 



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