Sharper: come e perché La notte della ricerca nella città che sta cambiando

 

 

 

 

 

 

 di Luca Ottaviano* Venerdì 25 settembre prossimo, dalla tarda mattinata a notte inoltrata all’Aquila, in tutto il centro storico ci sarà di nuovo Sharper, progetto selezionato dalla commissione Europea sul bando European Researcher’s Night. L’evento è stato presentato nella sala consiliare del Comune dai rappresentanti Istituzionali del Comune, dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (che coordinano come istituzione l’iniziativa) dell’Università degli Studi dell’Aquila e del Gran Sasso Science Institute (che collaborano in strettissima partnership con i Laboratori). Descritto in due righe Sharper è una notte bianca della ricerca in cui L’Aquila si trova gemellata con Ancona e Perugia dove lo stesso evento si svolge in un meraviglioso sincronismo a regia di “Psiquadro” una società no profit di Fisici Perugini nata per comunicare la Scienza.

COSA E’. Sharper è un progetto di incardinamento della società civile con lo stato dell’arte della cultura e della ricerca scientifica. L’approccio non è di divulgazione, né di popolarizzazione della scienza, Ci saranno decine di eventi in un programma serratissimo, tutti uniti dal denominatore comune del coinvolgimento, della partecipazione, e delle “mani sulla macchina” per capire prima di tutto cosa è la scienza, la sua bellezza, la sua fatica e i suoi limiti. QUANDO. A settembre, il 25, alla fine del mese, quando con una giornata di sole questo posto regala un cielo azzurro turchese, e l’estate ormai anagraficamente passata, ti concede un sogno di permanenza. È la scelta di tempo migliore per un benvenuti o un bentornati dopo lo iato di agosto. Un venerdì, perché così il giorno dopo se ne possa ragionare e la domenica serva ad assaporare. A settembre l’aria dell’Aquila è elettrica e ogni giornata di sole è un carpe diem.

DOVE. Il fondale è lo stesso, il fondale è cambiato. Il dove è importante, è il centro storico dell’Aquila, un tessuto urbano, lacero, strappato, polveroso, cantierato, liquido, metamorfico, rinnovato, meraviglioso, unico al mondo, dirompentemente dinamico a inevitabile dispetto di un impossibile, prima che sciocco, “dove-prima-come-prima”. Sono le stesse pietre dello scorso anno ma il luogo è cambiato. Ci sono chiostri restituiti alla meraviglia, selve di gru a modificare lo skyline in un metallico pragmatico sbeffeggio del motto della città. Tutta zona rossa, in alcuni punti ancora zona rozza, ma emergono sprazzi di futuro, che lo scorso anno non c’erano. No, in questo posto forse non ve ne siete accorti cambia tutto molto velocemente, niente è come era prima dove era prima, l’asse centrale è Via Garibaldi, niente è facile al centro dell’Aquila, quale esperimento di comunicazione più ambizioso che quello di comunicare la scienza nel centro di una città “tutta-rotta” che ha fame, per risollevarsi, di innovazioni scientifiche e tecnologiche.

CHI ORGANIZZA. Ma è ovvio, quei folli incidentali delle Istituzioni scientifiche e Culturali di eccellenza di questa città, che decidono di limitare il senso di appartenenza, di coordinarsi in riunioni da gennaio e mettere a disposizione tempo, volontà, determinazione e generosità. Gente curiosa, efficace, professionale, e coraggiosa, e non è poco perché ci vuole intelligenza e generosità, a essere coraggiosi. Gente che non ci guadagna un euro in più rispetto allo stipendio che prende o anche che non-prende: perché Sharper è dei precari del Laboratorio del Gran Sasso così come degli studenti, dei dottorandi dell’Università e di Gssi. Sono loro a sorprendere ogni volta.

I NUMERI. Innanzitutto le persone, almeno cinquecento, fra studenti, dottorandi, giovani ricercatori precari, tecnici, amministrativi, coletti-blu colletti bianchi, quest’anno Sharper ha impigliato anche associazioni, e poi professori, direttori di dipartimento e scienziati di fama mondiale che la città a malapena conosce. Il Budget, ridicolo ventimila euro dalla Commissione Europea, il resto da sponsorizzazioni, ma non sono i numeri finanziari a muovere questo evento. Sharper è “low-cost” e la dimostrazione che si può farlo. Nove i mesi di preparazione, tre le Istituzioni di ricerca e formazione principalmente coinvolte, decine gli sponsor, decine di migliaia le persone da raggiungere con la comunicazione, dodici le ore di durata dell’evento, venticinque gli eventi per bambini, ragazzi, adulti, e anziani, tutti ad alto grado di coinvolgimento che si apriranno in un bouquet volutamente quasi simultaneo.

CONFRONTO E ANTICIPO. Il termine di confronto per Sharper 2015 è terrificante e imbarazzante ed è l’edizione Sharper 2014. C’è un video che ci piace molto, un “time-lapse” che lo descrive senza parole in tutta la sua potenza.

La piazza del Duomo, in campo largo, che si riempie nel giro di ore dalla mattina all’imbrunire di gente che curiosa esonda dal corso e che circola, staziona, chiede domanda e partecipa. Sharper 2014 è stato un evento inaspettato per dimensioni, qualità, e soprattutto risposta di pubblico. Lo scorso anno più di quindicimila persone hanno invaso il centro storico della città.

*membro del comitato direttivo di Sharper

 



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