Pubblichiamo un articolo di "Il Centro"


L’AQUILA. «Il 10 settembre inizieremo a consegnare le case, cercheremo di abbreviare i tempi ma mettiamo in conto possibili ritardi». È un Berlusconi insolitamente cauto quello che si affaccia in sala stampa a Palazzo Chigi dopo la riunione d’emergenza sul terremoto. «Le tende sono comunque già dotate di sistema di riscaldamento». Per il premier attrezzare le case in 200 giorni è una «mission impossible».
Una cautela alla quale contrappone un ottismo tutto partenopeo: «Io speriamo che me la cavo», ha sussurrato ai cronisti lasciando la sala. Berlusconi ha valuto fare il punto ieri con i suoi collaboratori dopo la visita del 1º Maggio alle tendopoli attorno al capoluogo abruzzese, la decima visita dopo il terremoto del 6 aprile.
«Abbiamo fatto una sfida che qualcuno ha definito “mission impossible”: alloggiare in case vere e arredate le 12-13mila persone che hanno avuto le case distrutte» entro sei mesi. «Abbiamo individuato 14 aree, non si tratta di nessuna new town», ha aggiunto il premier, «sotto questi edifici saranno realizzate delle piattaforme anti-sismiche in cemento armato sopra le quali sarà possibile costruire. Abbiamo lanciato una sfida alle varie associazioni di costruttori per avere delle case in meno di sei mesi».
Quanto all’organizzazione complessiva dei campi «procede bene», ha detto Berlusconi, con una «comunità di più di 66.000 persone, più una settantina di soccorritori, fornendo tutti i giorni pasti caldi e dando alloggio in alberghi e case private». I campi tendati sono 169, «100 i centri sanitari, 200 moduli di servizi igienici da tre bagni ciascuno, sterilizzati quattro volte al giorno. In più, tremila bagni chimici, 31 centri medici avanzati e 100 cucine da campo».
«Portiamo avanti un’organizzazione che funziona», ha detto «riscuotendo l’ammirazione delle altre protezioni civili che vengono da noi a vedere come lavoriamo».
Il premier ha dato anche i numeri dei sopralluoghi fatti: mille al giorno, per un totale di 22.700. «Il 53,7 % delle abitazioni sono già abitabili», ha assicurato il premier «il 15,8% entro 30 giorni con pochi interventi, ma le popolazioni non entrano perché le scosse continuano. Abbiamo bisogno di una settimana senza scosse continue».
Berlusconi ha quindi annuncianto la riapertura «entro fine maggio» dell’ospedale dell’Aquila. L’ospedale, ha aggiunto, potrà funzionare tra il 60 e il 70%. Non ci sarà quindi «alcuno scippo» riguardo alle apparecchiature. In particolare, ha aggiunto «gli apparecchi per la Tac resteranno nella provincia, saranno trasferiti a pochi chilometri dall’Aquila. Ma si rimedierà con la riapertura dell’ospedale». Sarà poi trasferito all’Aquila dalla Maddalena l’ospedale del G8. L’incontro e le manifestazioni previste per il vertice dei grandi della Terra si terranno tutte all’interno della cittadella di Coppito, nella sede della scuola della Guardia di Finanza, «dove ci sono anche dei miglioramenti logistici rispetto a La Maddalena», ha spiegato Berlusconi. Che ha voluto rassicurare i sardi: «La Sardegna sarà ricompensata», ha detto, «i lavori li termineremo come se il G8 dovesse tenersi lì».
Intanto fa discutere l’“investitura” dei sindaci annunciata durante la visita del 1º Maggio: «Nominiamo i 49 sindaci dei comuni interessati dal sisma soggetti attuatori delle direttive del commissario», ha detto Berlusconi.
«A loro il compito di individuare gli inquilini da mettere negli appartamenti che affittiamo e di cui paghiamo il canone di locazione e di individuare le famiglie che potranno entrare nei nuovi appartamenti». Se necessario, ha aggiunto il premier il governo destinerà maggiori risorse per la ricostruzione delle case distrutte e lesionate dal terremoto. Ma, ha sottolineato, le risorse già indicate «dovrebbero essere sufficienti».
Sulla trasformazione del decreto in legge l’opposizione annuncia battaglia: il presidente della Provincia Stefania Pezzopane al termine di una riunione con i sindaci del “cratere” ha chiesto lo stesso trattamento di friulani, umbri e marchigiani, proponendo sei punti da emendare: dal ruolo più incisivo degli enti locali, alla copertura del 100% del costo base delle case. Pezzopane si è detta anche preoccupata per il ruolo di Fintecna, la società che acquisirà mutui e immobili di chi non vorrà o potrà ricostruire con il massimale stabilito di 150 mila euro.
Su questo massimale arriva una voce contraria anche dalla maggioranza regionale. Per il vicepresidente del Consiglio Giorgio De Matteis, vicesegretario nazionale dell’Mpa «la cifra di 150mila euro può non essere adeguata, per esempio, per una nuova costruzione. E poi», ha aggiunto «va chiarito in particolare il punto relativo alla disponibilità di queste risorse in tempo reale».

 



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