CHIUSURA STRADA CAMPO IMPERATORE, NON PIACE AI MOTOCICLISTI, SCATTANO LE PROTESTE

 

 

 

In una nota, firmata dal presidente del Motoclub Massimiliano Mari Fiamma, i motociclisti si scagliano contro la proposta di istituire un tavolo della Commissione Territorio del Comune dell’Aquila proprio per la chiusura di questo tratto..

“Appare del tutto evidente che tale decisione è frutto solo di opportunismi senza nessuna ponderazione e, con l’intento di ‘sviluppare l’attività della Funivia del Gran Sasso’, pone una soluzione assurda sul piano economico: ‘barattare il certo con l’incerto’, il contrario di qualsiasi azione di sviluppo territoriale nel mondo”, si legge nel comunicato.

“Sorvolando sulle più volte reiterate invocazioni del consigliere Enrico Perilli, la cui azione è molto più spesso oggetto di invettive che di lodi, vogliamo mettere l’accento sui fatti spiegando il danno economico che tale scelta comporterebbe (Fonte FMI - Federazione Motociclistica Italiana)”.

Secondo i dati riferiti dal Mari Fiamma, “la provinciale di Campo Imperatore vede annualmente il passaggio di circa 600.000 motoveicoli; i motoraduni che vedono il Gran Sasso come metà di sosta o di passaggio sono circa 200 ogni anno con una partecipazione media di 90 moto ed i motociclisti, ormai una categoria di gente compresa generalmente tra i 30 ed i 65 anni, dormono, mangiano e spendono sul posto data l’impossibilità di trasportare grossi bagagli; il giro di affari medio si aggira dai 500.000 ai 700.000 euro nonostante, su questo sì che si dovrebbe discutere, non ci sono strutture adeguate a sfruttare al massimo questa forma di turismo che, in altre aree si cerca di attrarre”.

“La Val D’Ega, cinque stelle Touring Club, nel suo volantino pubblicizza ‘il paradiso dei bikers con oltre 800 chilometri di strade’, al valico con l’Austria campeggia la scritta ‘Benvenuti Motociclisti’, ma sul Gran Sasso lo snobismo di ‘ambientalisti di mestiere’ vorrebbe invece condurre all’opposto. Auspichiamo che tale decisione non sia mai nemmeno presa in considerazione cominciando invece un serio dibattito in cui si discuta se davvero questa montagna (così come il Parco) debba essere una risorsa economica per il territorio o un fardello che produce stipendifici spesso ad esclusivo vantaggio di chi si erge a difesa del deserto montano”, conclude.



 



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