Centro turistico Gran Sasso La gestione passa ai privati

 

 

 

 

Via libera della giunta comunale al bando per la privatizzazione del Centro turistico del Gran Sasso. Gli imprenditori interessati a gestire impianti e strutture ricettive avranno tempo fino al 15 ottobre, per presentare le loro manifestazioni d’interesse e partecipare a un piano complessivo di investimenti che potrebbe superare i 52 milioni di euro. Oltre 30 milioni sono già disponibili, 11 milioni spettano ai privati e altri 10 verranno richiesti al Cipe. Il bando è stato predisposto da Invitalia e rappresenta l’ultimo tassello dell’operazione di rilancio della montagna aquilana: «Ma se salta il progetto della nuova seggiovia delle Fontari», avverte il sindaco Massimo Cialente, «salta tutto. Se non va in porto il piano d’area del Gran Sasso, con gli interventi previsti, diventeranno inutili anche gli ingenti investimenti messi in campo. E il Centro turistico andrà in liquidazione. Purtroppo», sottolinea il sindaco, «mi giungono voci sul fatto che alcuni imprenditori che avevano già contattato Invitalia, stiano ora prendendo tempo a causa della nota vicenda delle Fontari. Voglio che agli aquilani sia chiaro che il governo ci ha dato i soldi, ma con una pregiudiziale: se nessuno risponde al bando, non si fanno gli investimenti. Sul Gran Sasso resterà solo la pista ciclabile». Cialente è amareggiato: «Si poteva fare tutto mesi fa, l’avviso pubblico era pronto da un anno. Ma il Parco ci ha messo sei mesi per dare un parere, c’è una lotta tra progettisti per la nuova seggiovia, si fanno partire esposti alla Corte dei Conti. Io ci vedo un disegno politico, dato che cerco di parlare con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e non ci riesco. Adesso la palla passa alla Regione, che deve rilasciare la Via, la Valutazione di impatto ambientale. Se non si fa in tempo, sapremo su chi puntare il dito». Sulla possibilità di un’ulteriore revisione alla vecchia seggiovia, che potrebbe costare sui 100mila euro, il sindaco è perentorio: «Io non sono d’accordo. Ma a questo punto si esprima il consiglio comunale, se è il caso o no di spendere altri soldi per far funzionare ancora le vecchie Fontari». Intanto il bando per la privatizzazione sta per essere pubblicato sull’albo pretorio: chi vincerà la gara dovrà gestire beni e stazione sciistica per un periodo di tempo da fissare (minimo dieci anni) versando un canone che dovrà essere proposto dal gestore in base alla redazione di un piano operativo. Le opere principali da realizzare sono: sostituzione delle Fontari, costruzione della nuova cabinovia rifugio Monte Cristo-cima Monte Cristo, costruzione della nuova cabinovia Fossa di Paganica-cima Monte Cristo, costruzione della nuova cabinovia Fossa di Paganica-Monte Scindarella.
- da Il Centro -


 



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