L’addio ad adolfo Calvisi Il ricordo di un amico (di Gianfranco Giustizieri)

Lunedì scorso è stato dato l’ultimo saluto ad Adolfo Calvisi. In una chiesa gremita di familiari ed amici, il sereno commiato di Monsignor Molinari e il magistrale ricordo di Goffredo Palmerini hanno riaperto lo scrigno della memoria di tempi lontani mai dimenticati. Il decennio 1970/1980 mi vide accanto ad Adolfo in una lunga esperienza sindacale, culturale e di lavoro che ha segnato la mia vita per avere avuto l’onore di collaborare con colui che ho sempre considerato un Maestro e che è stato un punto di riferimento sicuro. Allora segretario provinciale del Si.na.scel, (Sindacato Nazionale Scuola Elementare della Cisl), in una luminosa stanza del Palazzo a Piazza della Prefettura, verso le diciassette del pomeriggio, quasi in ogni giorno dell’anno, Adolfo era lì, sempre al servizio degli altri. Ecco, “il servizio per gli altri” credo abbia caratterizzato la sua vita, un percorso speso nell’impegno civile, sociale e culturale. Sempre una fila interminabile alla sua scrivania, mai un favore inteso come raccomandazione ma servizio sociale per consigli, ricorsi, graduatorie, concorsi e quanto altro potesse coinvolgere la vita professionale di un docente. Erano anni in cui la scuola, soprattutto elementare, viveva la prima grande rivoluzione dopo il periodo del dopoguerra: organi collegiali, sperimentazione, le prime prove del superamento dell’insegnante unico, il tempo pieno, nuovi criteri di valutazione, l’ingresso dei disabili nelle classi normali… Giorni pieni, coinvolgenti, fatti di entusiasmo e di timori, tempi in cui la scuola progressivamente conquistava nuovi traguardi. E Adolfo, nonostante ormai fosse lontano da anni dall’insegnamento attivo, era sempre presente, aggiornato culturalmente, pieno di un entusiasmo che trasmetteva ma che sapeva frenare davanti ad eccessi radicali. Una cultura che ti accompagnava, direi che ti guidava, ti formava, sempre pronta a correggere le deviazioni inopportune. Poi, a sera inoltrata, quando l’ufficio chiudeva, si rimaneva ancora lì, Adolfo con alcuni veterani (chi può dimenticare Vernarelli, Mastropietro ed altri) e un gruppetto di noi giovani a valutare il pomeriggio trascorso, a scambiare opinioni, direi a programmare la nuova scuola nel territorio. E spesso non mancavano…i rifornimenti culinari che il buon Vernarelli procurava. Altri tempi, altri giorni, altre stagioni fatte di amicizia, cultura e discussioni accese quando erano necessarie. E il segretario sempre lì, guida sicura. Poi iniziò l’assalto alla diligenza! Nuovi ingressi, desiderio di potere, voglia di occupare una poltrona che poteva essere considerata un passepartout per altri traguardi, scorrettezze di ogni tipo che Adolfo affrontò con la dignità che lo contraddistingueva. E piano piano tutto finì, ma rimase un’amicizia non corrosa dal tempo. Questi alcuni ricordi ma tanti altri, più intimi, rimangono nel cuore. Nella parrocchia di Santa Rita c’era anche il Gonfalone del Comune dell’Aquila, in onore di un cittadino illustre, peccato che nessun Amministratore della Giunta abbia avuto il tempo di essere presente! Gianfranco Giustizieri operatore culturale cultura



Condividi

    



Commenta L'Articolo