Confini delle aree protette del Parco Gran Sasso Monti della Laga: i conti non tornano

- da AQBOX.TV - Le ragioni che hanno spinto Luigi Faccia e il suo team a pensare di stilare un referendum per ridefinire i confini del Parco vanno ricercate nella mala gestione di un ente che da 20 anni, anziché agevolare lo sviluppo turistico è diventato una vera e propria zavorra, in particolar modo per chi lo vive quotidianamente e ogni giorno si scontra con i problemi derivanti dall'abbandono e dalla mancanza di manutenzione. Si tratta in particolar modo delle comunità pedemontane dell'aquilano e del teramano che continuano ad assistere ad un lento ed inesorabile spopolamento delle aree che occupano. Le cause? Si tratta di zone che per una serie di disattenzioni non possono essere oggetto di alcun tipo di intervento da parte dell’uomo. E non parliamo solo di possibili interventi su impianti sciistici già esistenti, ma anche dell’impossibilità per agricoltori e cacciatori di continuare a svolgere il lavoro che hanno sempre fatto. Come sottolinea un loro rappresentante, Dino Rossi, che per chiedere di accedere a un terreno di sua proprietà in cui coltiva gli ulivi dovrebbe recarsi al Ministero dell’Ambiente. Ma le contraddizioni del parco non terminano qui. 


 



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