Crocetta (Soccorso alpino), che cosa si deve fare per affrontare la montagna in sicurezza?

 

 

 Una “bomba di acqua” che arriva all’improvviso, travolgendo tutto ciò che incontra. Così è stata trascinata via senza scampo Natascia Salvi, sorpresa mentre stava affrontando un’escursione all’interno di Fonte di Rionne (o canale Y) sul Monte Prena, Gran Sasso, insieme al marito e ai figli. Una tragedia che suscita domande: si poteva evitare? Che cosa si deve fare per affrontare la montagna in sicurezza? Lo spiega il delegato alpino del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) dell’Abruzzo Antonio Crocetta. Cosa si deve fare per prevenire tragedie come questa? «Premesso che l’errore umano ci può stare, bisogna però ridurlo al minimo. Ad esempio alzandosi presto la mattina e controllando le previsioni meteo, che sono molto precise. Da giorni si dice che sono previsti temporali nelle prime ore del pomeriggio, con attività elettrica e fulmini». In montagna si deve prestare più attenzione? «Certo. Queste attività in alta quota sono ancora più intense e repentine, con la creazione di condense che danno poi luogo a temporali. Il Gran Sasso è una barriera tra Tirreno e Adriatico e quindi il cambiamento di tempo è veloce. Dobbiamo attenerci alle previsioni, altrimenti è come andare a 50 metri sott’acqua senza prestare attenzione. Il Prena, in particolare, è soggetto a tempeste d’acqua e detriti, in quanto ha una serie di canaloni che si riuniscono in uno unico e questo permette che in 5-10 minuti possa venire giù una valanga di acqua e sassi. Questo è successo anche pochi anni fa sulla via dei Laghetti: una comitiva di 15 persone venne travolta. Andammo a riprendere tre salme». Si deve anche esser pronti a cambiare programma se il tempo è incerto? «Certamente. Meglio rinunciare che andare incontro a pericoli. Si dovrebbe prediligere, poi, la passeggiata mattutina, quando il tempo è di solito più stabile». Come attrezzarsi? «Dotarsi di abbigliamento e di attrezzatura tecnici, che pesino pochi grammi: non i jeans, ma pantaloni lunghi da escursione. Poi una giacca a vento a uno strato, guanti, un cambio asciutto corto e uno lungo per esser pronti, in caso di necessità, a dormire all’addiaccio, e sempre portare acqua. E poi una radiolina trasmittente e un cellulare». La colpa degli incidenti è anche degli escursionisti? «Domenica la via Normale e la Direttissima sul Gran Sasso erano piene di gente. Più volte ho dovuto fermare ragazzi che portavano ai piedi scarpe da città».

da Il Centro

 



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