Seggiovia Fontari La Regione rassicura: un rinvio tecnico

 

 

 

Solo un rinvio tecnico, per completare la fase istruttoria del parere. Sul progetto per la nuova seggiovia delle Fontari il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli ha rassicurato il sindaco Massimo Cialente: il Comitato Via si è preso un po’ di tempo, ma non ci sarebbe alcuna volontà di bloccare l’opera. Intanto, però, lo stesso Comitato ha dato il via libera alla realizzazione di due cabinovie nel bacino sciistico Alto Sangro-Piano dell’Aremogna, per un importo complessivo di oltre 17 milioni, finanziati con fondi Par-Fas. Un atto che ha scatenato la reazione di tanti aquilani, che sul social network Facebook parlano di «due pesi e due misure». E anche il sindaco Cialente accusa: «Il Gran Sasso è al centro di un vero e proprio attacco politico, guidato dalla lobby ambientalista, che mira a boicottare l’intero piano d’area della montagna aquilana». COMITATO VIA. La Regione, che deve rilasciare la valutazione d’impatto ambientale sul progetto per la sostituzione dell’impianto di risalita delle Fontari, nella stazione sciistica di Campo Imperatore, mercoledì ha rinviato la decisione, chiedendo al Centro turistico del Gran Sasso e al Comune maggiori approfondimenti. Anche il ministero dell’Ambiente ha sospeso il parere positivo all’opera, già finanziata con 6 milioni di euro, espresso dal consiglio direttivo del Parco Gran Sasso Laga, a fronte del no arrivato dall’ufficio tecnico dello stesso ente. «Per quanto riguarda il Comitato Via della Regione» spiega Cialente «secondo il vicepresidente Lolli si tratta solo di aspettare ancora qualche giorno e poi la pratica sarà istruita. In realtà» sottolinea il sindaco «non è il progetto delle Fontari a essere sotto tiro, bensì l’intero piano di rilancio del Gran Sasso, per il quale abbiamo 40 milioni. Qui siamo in presenza di una battaglia ideologica: per troppo tempo il Parco è rimasto senza una guida e si è creata una lobby ambientalista che vuole fare un’azione di forza contro la nostra montagna. Non vogliono che la gente vada sul Gran Sasso. Per questo chiedo agli aquilani: uniamoci, ma non per fare un referendum per uscire dal’area protetta, ma per difendere il nostro territorio». REAZIONI. Il nuovo impianto approvato dalla Regione prevede il collegamento funiviario tra le montagne di Castel di Sangro e l’Aremogna nel comune di Roccaraso: sarà fruibile anche d’estate e il Comune può già attivare il bando per i lavori. «Che differenza c'è» si chiede Fausto Tatone del comitato #Save Gran Sasso «tra due montagne della stessa catena montuosa, della stessa Regione e della stessa Provincia? Complimenti a Castel di Sangro che senza passare dalla Via è già arrivata al traguardo. Due nuove cabinovie per collegare il paese al comprensorio di Roccaraso-Alto Sangro, e non solo per sciare. Una vera manna per un paese che già ha dimostrato di saper crescere con il solo turismo montano, senza rovinare la natura e con dei servizi all'avanguardia. E noi ci accontentiamo di guardare, raccontandoci la solita favola del Parco nazionale, degli habitat, delle specie e di quanto sia bello: bello lo è, ma per pochissimi intimi, poveri illusi».


 



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