Cinghiali: «Un’emergenza assoluta»

Il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis si dice «addolorato» per la morte del giovane commerciante. «Non si può morire per colpa di un cinghiale», commenta De Crescentiis, neopresidente di un ente che si trova a gestire quella che sta diventando una vera e propria emergenza. De Crescentiis chiede un incontro urgente all’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe «per cercare al più presto soluzioni diverse e nuove rispetto a quelle attuali, evidentemente non più sufficienti. Forse», propone, «serve un diverso calendario venatorio con la possibilità di estendere il controllo degli ungulati (cervi oltre che cinghiali) anche ad altri periodi dell’anno». Nel territorio provinciale l’abbattimento selettivo è partito alla fine di luglio, da allora sono stati abbattuti 52 cinghiali, 8 soltanto nella Valle Peligna. Gli abbattimenti avvengono con battute notturne ad opera della polizia provinciale affiancata dai selecontrollori (cacciatori che hanno fatto un corso specifico) abilitati a eseguire il selecontrollo, insieme agli Ambiti territoriali di caccia. Un problema che non riguarda più soltanto agricoltori e allevatori. «Gli attuali strumenti normativi non sono più sufficienti: la situazione è andata oltre l’immaginabile e ora è fuori controllo. Le misure in vigore non sono più idonee con i cinghiali che attraversano le strade all’improvviso». E intanto lancia un appello agli automobilisti: «Moderate la velocità al crepuscolo e alle prime ore del giorno, quando i cinghiali si muovono più indisturbati alla ricerca di cibo». Un problema, quello dei cinghiali, non solo aquilano. Anche nel territorio di Fossacesia è stato avviato il selecontrollo, sollecitato dal Comune. La polizia provinciale e gli altri addetti hanno operato in molte zone per ridurre il numero di cinghiali. Il Comune di Fossacesia, informa una nota, «ha deciso di organizzare e coordinare la raccolta delle segnalazioni da parte di agricoltori e cittadini». Si segnalano, su un modulo scaricabile dal web, le zone in cui potrebbero avvenire, secondo l’esperienza passata o perché in atto, danni da parte dei cinghiali e colture a rischio. Il resto lo faranno gli operatori. Non manca la voce dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), che dice a Coldiretti: «No alla caccia alle streghe: Invece di proporre inutili massacri si fermino i ripopolamenti venatori».

 



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