Ultimo saluto a Cristian: "assurdo morire a causa di animali lasciati proliferare senza limiti"

 

 

 

 

 L'intera comunità di Cagnano Amiterno si è ritrovata ieri per l'addio a Cristian Carosi, il 39enne morto tre giorni fa in un incidente stradale nei pressi di Cansatessa, incidente causato dall'attraversamento di un cinghiale. Migliaia di persone hanno affollato ogni angolo davanti e dentro la chiesa di San Cosma e Damiano. Un dolore composto, con la famiglia e tutta la comunità stretta intorno alla bara in un disperato abbraccio. «Se tu, Signore, fossi stato qui», nell'omelia don Oreste Stincone ha ricordato la resurrezione di Lazzaro, chiedendosi anche perché, «se oggi abbiamo trovato il modo di limitare ogni gesto della vita di un uomo, perché non riusciamo a limitare un animale selvatico? E' incuria? Irresponsabilità?». Le parole rimbalzano nel silenzio della chiesa stracolma, fuori c'è chi cerca di ascoltare cercando riparo dall'improvviso acquazzone arrivato proprio a inizio cerimonia. Un acquazzone come quello che accompagnava Cristian Carosi al lavoro, in quella tragica mattina di tre giorni fa. All'improvviso un cinghiale che sbuca dal bordo della strada, un attimo, la piccola Smart che investe l'animale, una femmina di tre anni di più di cento chili. La macchina sbanda verso sinistra, colpisce un albero e si ribalta. E la vita che finisce. Poi le polemiche sulla presenza di troppi animali selvatici senza alcun controllo, in particolare i cinghiali, animali molto prolifici che devastano le coltivazioni e che a volte provocano incidenti. Alcuni giorni fa a Cefalù, un uomo era stato addirittura ucciso da un cinghiale mentre cercava di proteggere il proprio cane. «Io vorrei poterti dire "vieni fuori", come Gesù a Lazzaro» sono le parole del sacerdote, «ma noi non abbiamo questo potere. E' difficile superare questi momenti in cui il dolore sembra non avere un senso». Nella sua omelia don Stincone ha continuato parlando di debolezza umana, ha letto il dolore sul volto degli amici, la disperazione della moglie Tatiana, ma ha anche parlato di resurrezione, di speranza. «Ricordo Cristian da adolescente, calmo, posato, gentile. Un uomo buono, e il bene che ha seminato fiorirà». Mentre dentro il piccolo coro di voci femminili intonava canti di alleluia, tante persone sono rimaste all'esterno, in mezzo ai fiori e ai manifesti listati a lutto tra cui quello tutto azzurro della moglie e del figlio con scritto «Ti ameremo per sempre, Tatiana e William» e davanti al quale nessuno è riuscito a trattenere le lacrime.
- da Il Centro -
 



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