Rischio sismico il parere degli esperti

Gli esperti sono concordi: la situazione dell’alta valle dell’Aterno va seguita con grande attenzione, senza sottovalutare nulla. È la sintesi a cui si è giunti dopo il partecipato convegno organizzato ieri a Casematte. Antonio Moretti, docente di geologia all’Università, ha ribadito la sua teoria. «Nel 1703 ci furono tre scosse: a Norcia, poi a Montereale e poi a Pizzoli-Barete. Il Reatino ha già “scaricato” con il 1979 della Valnerina, ad aprile 2009 si è mossa L’Aquila. Manca la parte terminale, quella a nord del capoluogo. Non è impossibile che la crisi sismica in corso possa evolvere in una rottura più grande, ma la lunghezza dell’elemento in questione e la quantità di energia che può aver accumulato sono limitate. Non credo, perciò, che possa dare luogo a una grossa scossa, diciamo 6, 6.5 o 7». Moretti, nel suo articolato intervento incentrato sul radon, è stato molto duro sulla possibilità di usare il gas come precursore: «L’emissione dal suolo è condizionata da molti fattori. Se c’è il sole sfugge più rapidamente, se piove non riesce a uscire. Se c’è la neve tutto il terreno è sigillato e il radon non fuoriesce. Il radon è una cosa seria, lo studio da vent’anni. E prima di trovare un punto dove la sua risalita è associata a una faglia attiva ci vogliono anni di studio. Chiunque inventi una macchinetta misteriosa con la quale prevedere terremoti dice falsità». Il geofisico Christian Del Pinto ha focalizzato l’attenzione sullo sciame della valle dell’Aterno. «Non è giusto - ha detto Del Pinto - paragonare la situazione dell’Aquila a quella di Montereale. L’Aquila non ha avuto un sisma di 6,3 e tanti da 5 che l’hanno indotto. Prevedere un sisma, poi, non è possibile, ma le avvisaglie possono generare attenzione. Alcuni fattori possono farci capire anomalie. Se c’è un aumento di eventi qualche cosa non va. Anche l’incremento di magnitudo è un indice interessante. Un terzo fattore è la localizzazione. Se ho una situazione con “addensamento” sismico, aumento degli eventi e aumento della magnitudo io non me la sento di dire che sicuramente il terremoto non ci sarà». Del Pinto ha portato con sé alcuni dati che testimoniano come, nell’arco degli ultimi otto mesi, gli eventi nell’alta valle dell’Aterno siano cresciuti in numero e magnitudo e si siano localizzati sempre più nei pressi di Montereale. Gaetano De Luca ha invece sottolineato lo studio di dieci anni fa che ha portato a stabilire la forte amplificazione sismica nel centro storico dell’Aquila. Gianluca Ferrini, docente di Geologia, ha rivelato dopo il 6 aprile «il Gran Sasso si è abbassato di 13 centimetri, al contrario di quello che si potrebbe pensare visto che la piana aquilana è scesa di 20 centimetri».



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