Il Comitato Promotore Referendum Consultivo Gran Sasso risponde agli ambientalisti

 

 

 

 

Dopo le accuse da parte delle associazioni ambientaliste al Comitato Promotore del Referendum, non si è fatta attendere la risposta alla nota diffusa dagli organi di stampa, sottoscritta da
Luciano Di Tizio (WWF Abruzzo), Stefano Allavena (LIPU Abruzzo), Elio Torlontano (Touring Club Abruzzo), Mario Marano Viola (Mountain Wilderness Abruzzo), Stefano Orlandini (Salviamo l'Orso), Pierlisa Di Felice (Pro Natura Abruzzo).
   
Il Comitato Promotore del Referendum è apolitico, come sancito nell’Atto Costitutivo, è nato dall’unione di quattordici persone che non hanno mai dichiarato la loro appartenenza politica e sicuramente mai lo faranno. La demagogia ed il populismo che richiamate sono due temi molto differenti e importanti per noi. La prima, intesa come “false promosse”, non può appartenerci perché non ne abbiamo mai fatte e non le faremo mai. Il secondo invece ci appartiene in quanto urlare e rendere tutta la cittadinanza partecipe dei problemi che attanagliano i nostri territori è stato e sarà sempre il nostro primo obbiettivo.
Ci appare strano che voi parliate di una trovata degli ultimi giorni, la richiesta di un Referendum Consultivo sul Gran Sasso, perché sono 4 mesi ormai che il Comitato lavora incessantemente ed il primo comunicato comparso sulla stampa è datato giugno. Comunque vi rammentiamo che l’argomento in questione è all’ordine del giorno delle popolazioni interessate da svariato tempo ormai.
Vorremmo precisare che Luigi Faccia, nostro portavoce, dopo aver ricoperto la carica di consigliere comunale in una lista civica, da oltre tre anni è uscito dal Consiglio e, nonostante non svolga più attività politica, continua ad interessarsi attivamente delle problematiche di tutto il territorio comunale, compresa la sua terra, Assergi. Probabilmente è molto più conosciuto per il mestiere ed il ruolo che ricopre a Campo Imperatore. Infatti è maestro di sci e direttore della locale Scuola sci, dimostrando ogni giorno l’attaccamento a quei luoghi ed alla loro valorizzazione turistica, vivendo direttamente l’ambiente con tutte le sue problematiche.
La presunta complicità del Sindaco Cialente, da voi segnalata nella nota, alla nostra iniziativa, non trova riscontro (vedi le continue sue dichiarazioni contrarie al referendum rilasciate alla stampa), mentre riteniamo attendibile il fatto che l’eccessiva tutela naturalistica del comprensorio abbia contribuito, insieme ad altre cause, alla contrazione dello sviluppo economico e sociale del territorio. D’altronde, dopo 20 anni di attesa della possibile crescita di un settore, vedere e constatarne gli irrisori numeri prodotti, la riflessione è lecita, specialmente laddove la nostra zona, (Comune dell’Aquila) risulta la più vasta e protetta area d’Italia, probabilmente d’Europa (dati Natura2000 e PNGSL).
Abbiamo sempre sostenuto che la Seggiovia Fontari è l’ultimo dei nostri problemi, come si può ben vedere dai quesiti proposti, ma il parere negativo sulla valutazione d’Incidenza espresso dai tecnici del Parco relativa alla stessa seggiovia, ha aperto gli occhi a noi ed all’intera comunità aquilana. Studiando attentamente la Direttiva Comunitaria 43/92, abbiamo capito che potrà essere un freno a possibili sviluppi futuri, non solo relativamente agli impianti a fune, ma di qualsiasi altra infrastruttura volta a migliorare l’accoglienza turistica. Compresi gli stessi sentieri percorribili solo a piedi, dei quali la comunità ambientalista ne denuncia l’eccesiva usura a danno del cotico erboso, protetto dalla succitata normativa. Esagerazioni che non rientrano affatto nella nostra visione. Dallo stesso studio si evince che gli obbiettivi dell’Ente Parco e di alcuni suoi componenti siano diametralmente opposti a quelli della popolazione. Lo sperpero di denaro pubblico e il degrado della natura, che tanto viene acclamata ma poco viene manutenuta, i vasti territori, le aree boschive, completamente abbandonate senza una manutenzione adeguata e la ormai celeberrima indagine del MEF, sono segni inconfondibili dell’attuale gestione.
E’ ormai assodato, che nelle zone dove sono stati individuati i SIC, l’obiettivo principale è il mantenimento ed il ripristino degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Per questo Il nostro Comitato denuncia la presenza di aree, in questi siti di interesse comunitario, in piena violazione dell’art 2 comma 3 della UE 43/02 che recita chiaramente: “le misure adottate a norma della presente direttiva tengono conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali”.
Le popolazioni locali sono state sempre tenute fuori dalle decisioni e dalle giuste condivisioni e non hanno ancora dimenticato che all’epoca dell’istituzione dell’Ente Parco, i confini furono calati “dall’alto” contro la volontà dei residenti. Cosa assai più grave è quello che sta succedendo ora. Infatti, solo oggi veniamo a sapere dell’estensione e dei confini delle ZPS ed i SIC senza che nessuno della popolazione e, ci pare di aver capito, di gran parte degli amministratori dell’epoca, ne sapesse qualcosa. Non era forse vostro compito parlarne ed informare?
Per il Comitato Promotore il referendum è l’iniziativa che può sensibilizzare l’opinione pubblica a prendere delle decisioni importanti per il futuro e certamente, per noi, non è una perdita di tempo, come voi volete far credere ai vostri seguaci, ma è un azione volta alla sensibilizzazione della popolazione. Il risultato del referendum, positivo o negativo che esso sia, sarebbe comunque un successo. L’informazione e la trasparenza per noi sono valori indiscutibili. Tale azione porterebbe quel dibattito che all’epoca dell’istituzione del Parco è mancato, o dove è stato intrapreso, è stato forzato con inutili promesse e che, in occasione dell’individuazione delle ZPS e dei SIC, è completamente mancato.
Il Referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. In questo caso essendo Consultivo, unico previsto negli Statuti dei Comuni italiani come istituto di partecipazione, serve per sentire il parere popolare circa una determinata questione e dare un indirizzo all’Amministrazione che lo indice.
Giuridicamente non strettamente vincolante sulle disposizioni tecniche ma politicamente rilevante nel recepire la volontà popolare ed intraprendere le giuste azioni amministrative nel senso della volontà popolare.
E poi, i referendum/petizioni promossi dalle sigle da voi rappresentate ne sono una valanga. Ritenere questo strumento giuridico di nessun peso significa andare contro le direzioni generali delle Associazioni Ambientalisti che lo hanno utilizzato e che nel caso della fusione Forestale/Carabinieri lo stanno utilizzando in forma di petizione proprio in questi giorni.
La sovranità è del popolo e queste iniziative andrebbero sempre promosse a prescindere dalle posizioni che, successivamente, potranno essere contrapposte.
Per questo Vi inviato a firmare per la sua indizione. Successivamente, ristabilita la parità dei poteri, il confronto pubblico, aperto e trasparente, sarà l’unico giudice del risultato.
Il Comitato Promotore del Referendum ritiene che debba essere il popolo ad esprimersi su cosa vuole fare della propria terra e del proprio futuro. Ci spiace che Associazioni di questa rilevanza non gli attribuiscano l’importanza dovuta e dichiarino che le loro soluzioni siano le uniche e le più idonee.
Vogliamo puntualizzare che molti dei nostri componenti e nonché gli spontanei aderenti, hanno partecipato e promosso molte attività volte alla raccolta dei rifiuti ed alla manutenzione delle nostre montagne. Non ricordiamo invece alcuna di queste Sigle impegnata in azioni civicamente dovute per la pulizia ed il mantenimento della nostra montagna. Solo congressi, gite, ricerche e esplorazioni, spesso con contributi governativi.
Concludendo, malgrado siamo delusi dalla mancanza di argomentazioni degne di un dibattito così importante, siamo soddisfatti per aver destato l’interesse di tante sigle. Sigle completamente assenti dal nostro territorio, fatta eccezione per qualche piacevole gita domenicale. Ricordiamo, infatti, le sedi e le origini pescaresi e teramane di Wwf Abruzzo, di Touring Club, di Salviamo l’Orso, Lipu Abruzzo e di Mountain Wilderness e di quelle vittoritesi di Pro Natura Abruzzo.
Non per questo ci tiriamo indietro per un possibile confronto costruttivo, dove l’unico argomento dovrà però essere il bene comune. Anche perché, finora, permettetecelo, siamo stati più bravi di voi a conservare la nostra natura, e non è certo merito del Parco dei Sic o delle Zps, e poi noi non ci permetteremo mai di accusarvi dello scempio che vediamo sulle coste del nostro Abruzzo dove abitate, né tantomeno di proporvi delle eventuali soluzioni.
La trasparenze e la corretta informazione, siamo sicuri, possono dare il giusto valore a tutto questo.
Cordialità.

Il Comitato Promotore Referendum Consultivo “Gran Sasso” del Comune dell’Aquila.

 



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