Non si arresta lo sciame sismico

Non si arresta lo sciame sismico che da settimane sta suscitando allarme e preoccupazione nell’Alta Valle dell’Aterno. Ieri altre tre sono state le scosse registrate: la più forte, di magnitudo 2.9, si è verificata alle 15,27. In serata, alle 22.25, c’è stata una quarta scossa di magnitudo 2.2 che ha interessato diversi centri della Marsica e della Valle del Sagittario.
 Grande lo stato d’allerta in tutto il comprensorio dell’Alto Aterno dove ormai si dorme in auto e nelle roulotte e dove la Protezione civile ha allestito tende e tensostrutture per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza.
 Uno stato di allerta, con tanto di organizzazione dei soccorsi pronti ad intervenire, scattato anche in seguito a una «nota riservata» inviata alcuni giorni fa dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle autorità locali.
 Una nota nella quale si fanno previsioni probabilistiche sulla possibilità che si verifichino forti scosse nell’area dell’Alta Valle dell’Aterno e dei monti reatini.
 Secondo quanto scritto dall’Ingv, «dal 31 agosto al 7 settembre, stando nel campo delle ipotesi basate su calcoli probabilistici e metodi in via di sperimentazione (perché i terremoti, ricordano gli stessi scienziati, non si prevedono), c’è il 2% di probabilità di un sisma di magnitudo 4 (o superiore) e dello 0,1% di una scossa di magnitudo pari o superiore a 5.5. Un calcolo eseguito con il metodo probabilistico Etas. Le probabilità di osservare un evento di magnitudo 4, o maggiore, nel periodo che va dal 31 agosto al 7 settembre» continua la nota «sono uguali al 2%, mentre la probabilità di osservare, sempre nello stesso periodo, un terremoto di magnitudo uguale o superiore al 5.5 è pari allo 0.1%».
 L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nella sua nota sottolinea, infine, «che la zona interessata dallo sciame ricade nell’area a maggiore pericolosità sismica nel nostro Paese ed è classificata zona 1».
 Una «segnalazione» non sottovalutata dai sindaci, a cominciare da quello dell’Aquila che alcuni giorni fa ha, per l’appunto, disposto la chiusura del centro storico - o meglio di quel tratto che era stato possibile riaprire dopo i massicci interventi di puntellamento - proprio fino a martedì 7. Giorno in cui il rischio, secondo gli esperti, dovrebbe diminuire.
 E mentre nei comuni dell’Alta Valle dell’Aterno si allestiscono tensostrutture e tende (a Montereale sono attesi anche i letti), all’Aquila e nei centri limitrofi il ritorno della paura di un nuovo terremoto sta spingendo tante persone, soprattutto chi ha la casa al mare o la possibilità di stare da amici e parenti che vivono fuori provincia, ad allontanarsi per qualche giorno dalla città.
 Chi, invece, è rimasto in zona sta rispolverando qualche vecchia precauzione: borsoni pronti, vestiti e scarpe accanto al letto e lampade a portata di mano. Nei pochi luoghi di ritrovo e nei negozi non si parla d’altro che del rischio di un nuovo terremoto. Un incubo che sta mettendo a dura prova la resistenza di tutti.
 Nei comuni dell’Alta Valle dell’Aterno la tensione è alta. Tre le scosse registrate ieri. Due quelle avvenute nella mattinata, precisamente alle 5.31 e alle 11.22, entrambe di magnitudo 2 e sempre nella zona compresa tra l’Alto Aterno e i monti Reatini. Poi nel pomeriggio, alle 15.27, l’altra più forte di magnitudo 2.9 con l’epicentro a tre chilometri da Montereale. Un’area questa, dove secondo gli esperti, negli ultimi 8 mesi il numero di eventi sismici è notevolmente aumentato. Un territorio, tra le province dell’Aquila e di Rieti, che ricomprende una decina di comuni.



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