IL SOCCORSO ALPINO SARA' A PAGAMENTO; PRONTA LA RIVOLUZIONE DEI FUORI PISTA

 Si pagherà anche in Abruzzo il soccorso in montagna, se sarà stato causato da imperizia o equipaggiamento inidoneo.

Una novità in linea con quanto già avviene in alcune regioni italiane e nei versanti alpini di Francia e Svizzera. Sono sostanzialmente d'accordo addetti ai lavori, operatori del settore e politica, in questo momento impegnati nel dibattito sulla "legalizzazione" dello sci fuoripista.

Una modifica alla legge regionale 24 del 2005 che ha superato l'esame della commissione e sarà legge dopo il passaggio in Consiglio regionale, verosimilmente entro l'inizio della stagione invernale, consentirà la possibilità dello scialpinismo, oggi largamente praticato in un Far West normativo, imponendo la stipula di un'assicurazione.

Il legislatore sta per consentire il fuoripista sempre e comunque, anche in caso di alto rischio valanghe e perfino in zone dove le slavine eventualmente staccate incombano sulle piste a valle, purché si sia in possesso dell'attrezzatura di soccorso e di una apposita polizza.

"Tutto quel che liberalizza e apre nuovi mercati è positivo", commenta ad AbruzzoWeb Luigi Faccia, direttore della scuola sci Assergi-Gran Sasso, che parla di "riconoscimento di una disciplina in espansione".

D'accordo sulla modifica legislativa anche le Guide alpine, che ne rivendicano in qualche modo la paternità. "Con le dovute precauzioni, quindi con l'equipaggiamento di rito, come l'Arva (apparecchio di ricerca in valanga, ndr), quella dei fuoripista è una libertà di cui l'escursionista gode in molte parti, anche in molte regioni alpine", dice il presidente, Agostino Cittadini.

"L'aggiunta della responsabilità civile deve aprire la strada al soccorso a pagamento", come già avviene sulle Alpi o in Svizzera, "dove si paga tutto, facendo un'assicurazione con la Rega, la guardia aerea di soccorso".

Anche perchè la macchina dei soccorsi che si mette in moto in casi di emergenza è fatta di personale specializzato e mezzi equipaggiati, il tutto ha costi spesso non trascurabili. "Paghiamo già la sanità - ammette Cittadini - , ma quando il soccorso è dovuto a imperizia e non è di tipo sanitario il discorso è diverso". E il motivo dell'assicurazione è proprio per sopperire ai costi. "Oggi - ricorda - si consiglia di farsi la tessera al Cai proprio perchè include una assicurazione tra l'altro di carattere europeo".

E poi, non c'è nessun rischio di incentivare una pratica pericolosa perchè tanto oggi il fuori pista si fa lo stesso, con la differenza che spesso si esercita senza le dovute precauzioni e senza essere assicurati.

Ne è sicuro Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Pd, firmatario della proposta di modifica legislativa, che annuncia che si sta lavorando anche sul soccorso a pagamento nei casi di imperizia, perchè è giusto essere soccorso gratuitamente in caso di incidente, ma "se vuoi andare sulla Direttissima del Gran Sasso con le infradito, allora paghi".

Favorevole al soccorso a pagamento ma scettico sull'obbligo dell'Rc Ferdinando Lattanzi, scialpinista e appassionato di montagna a 360 gradi. "Posso capire che nell'ambito stradale dove la probabilità di incidente può essere alta devi premunire gli automobilisti obbligandoli ad assicurarsi, ma il free ride è una pratica che tendenzialmente fanno persone esperte. Qual è  il principiante che si avventura nello scialpinismo? Se si fa una statistica - aggiunge - a essere soccorsi sono essenzialmente gli escursionisti della domenica sulla Direttissima".

"Non so di nessuna regione dove esiste una cosa del genere - aggiunge - In Francia ci sono cartelli che ti avvisano che è a tuo rischio e pericolo". E ancora: "Non si può costringere chi va a farsi una passeggiata a Monte Cristo a stipulare un'assicurazione".

Anche perchè, è la preoccupazione di alcuni, c'è il rischio che l'obbligatorietà comporti una lievitazione dei costi delle polizze, oggi molto contenuti.

Secono Pietrucci, al contrario, l'Abruzzo è l'unica regione che ancora non legifera in materia, e ora si prepara ad affrontare anche il tema del pagamento degli interventi da parte di chi viene soccorso, nei casi di imperizia e superficialità.

Convocato per i prossimi giorni in Regione il tavolo tecnico insieme agli operatori del settore e ai gestori degli impianti sciistici. Sono stati loro a chiedere una norma sullo scialpinismo, ricorda il consigliere regionale, che ritiene anche necessaria l'istituzione, presso la Direzione regionale dei Trasporti, di un ufficio ad hoc per i gestori degli impianti a fune.

Sull'episodio di sabato scorso, quando l'elicottero del 118 ha ritardato i soccorsi ad una escursionista per via di auto parcheggiate a ridosso dell'eliporto di Campo Imperatore, Pietrucci esprime condanna e sconforto. "È una vergogna, servirebbero buon senso e maggiori controlli, ma in Italia si interviene sempre dopo".

- da AbruzzoWeb -



 



Condividi

    



Commenta L'Articolo