PAPA FRANCESCO IN AMERICA

- di Emanuela Medoro - Prima a Cuba, poi negli USA questo viaggio apostolico del Papa ha registrato affluenze di folle record, da grande star popolare. Folle plaudenti per il capo dei cattolici sono un novità sia per un paese governato da una dittatura di sinistra, che per gli USA, confederazione di stati wasp, cioè a cultura prevalentemente protestante di origine nordeuropea. In USA i cattolici sono in numero maggiore, ma non riescono ad esprimere la cultura dominante, che è e resterà protestante, cioè lontanissima dalla chiesa di Roma, ritenuta matrice di scandali e di tutte le vergogne possibili.
Proteste purtroppo da condividere per i numerosi casi di pedofilia insabbiati per anni dalla casta dirigente del Vaticano, casi riconosciuti finalmente, da questo Papa. “Pedofili, atto gravissimo, colpevoli anche i vescovi… Mi vergogno per gli abusi dei preti. Dio piange”.  Quest’ultima frase mi ricorda i rimproveri ricevuti da bambina, allora piangeva Gesù, il figlio, questa volta è Dio Padre a piangere. Frase sempre efficace.
 Deve essere stato assai sorprendente per la parte più conservatrice del Congresso nord-americano l’idea della sacralità della vita, estesa dall’aborto alla pena di morte.  L’essere a favore della vita, osservare il comandamento “Non uccidere” significa, dunque, non soltanto non abortire, ma anche vietare agli stati il diritto di usare leggi che consentono di uccidere i criminali, perché anche loro hanno diritto al recupero di un sistema di vita non dannoso per la società.
Se cerchiamo di capire i motivi della popolarità di Papa Francesco, penso che essa sia dovuta al suo modo di predicare la dottrina sociale della chiesa fondata sul vangelo, semplice, sintetico, privato di complesse questioni teologiche, di cui si avverte l’esistenza, ma che Egli mette abilmente da parte, consapevole del fatto che imbarazzano gente estranea a sottili ragionamenti astratti. Con una notevole capacità di comunicazione, in spagnolo, italiano, ed anche in inglese. 
“Se volete, vi recito il Credo”, ha detto a chi gli chiedeva se per caso fosse comunista. Questo Papa sta dunque rovesciando tanti diffusissimi luoghi comuni che hanno popolato per decenni idee, ideologie e partiti, cioè la politica.  Mi pare di aver capito che per Papa Francesco la politica è lotta alle eccessive diseguaglianze sociali, alla miseria, alla povertà. Tutti devono avere una casa e un lavoro, e solo così le famiglie, nuclei fondanti della società possono crescere e vivere in serenità. Bella la parola tenerezza che Lui usa per descrivere i rapporti umani. Unita alla parola misericordia, che ha usato per definire il prossimo giubileo, è un vero programma di vita. Per tutti.  Il significato delle due parole, infatti, veicola valori delle relazioni umane validi dovunque, che superano barriere confessionali, religiose, ideologiche e politiche. 



 



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