Il vicino di Pasqualina: Sentivo la tv accesa e ho suonato Poi ho visto la ragazza sul divano, morta

 

 

 

 

Alessandro Ascierto ha gli occhi lucidi e passeggia sul selciato della “piastra” del quartiere post sisma in cui viveva Pasqualina Bucci, insediamento di Cese di Preturo, periferia ovest della città ed estrema periferia nella scala delle priorità delle istituzioni locali che dovrebbero assistere le persone fragili. Via Anna Magnani, ingresso 6B, dove adesso a delimitare lo spazio vitale di una ragazza di 25 anni stroncata dalla solitudine c’è soltanto il nastro bianco e rosso della magistratura. Sono le dieci del mattino, Alessandro ha l’aria di farsi ancora mille domande: ho fatto tutto ciò che potevo? Avrei forse dovuto bussare più volte a quella porta? L’ultima volta che ha visto la sua giovane e fragile vicina di casa è stato circa un mese fa. Possibile che nessuno si sia chiesto perché la ragazza da giorni non dava più sue notizie? «Conoscevo abbastanza bene Pasqualina. Non la vedevo da circa un mese. La settimana scorsa non vedendola, appunto, da tempo ho bussato alla sua porta. Si sentiva la televisione accesa, la luce anche era accesa. Ma non ho ricevuto risposta. Me ne sono andato dicendo a me stesso che forse non dovevo disturbare, e invece...». È un dramma della solitudine? «Sì. Avevamo un rapporto di confidenza e una volta mi ha raccontato che non aveva più avuto rapporti con i suoi familiari. Non lavorava più da quando il supermercato Oneprice ha chiuso. Viveva con una piccola pensione, non so di quale tipo. Soffriva di depressione e, infatti, intorno a lei sono state trovati alcuni farmaci. Qualche volta l’ho aiutata, ad esempio a pagare delle bollette della luce. Mi chiedo», e gli occhi di Alessandro si fanno ancora più lucidi», come si possa assegnare un alloggio del progetto Case a una persona in condizioni di depressione. Pasqualina aveva bisogno di assistenza». Come sono andate le cose martedì sera, quando vi siete accorti che la ragazza poteva essere morta? «La sua dirimpettaia mi ha suonato per dirmi che dal suo alloggio proveniva un odore insopportabile. Fino a quel momento avevamo pensato che fosse a causa dell’immondizia. Allora sono uscito, ho aperto la tapparella esterna e poi la finestra e ci siamo trovati davanti una scena tremenda. Lei era sul divano, dove si distendeva spesso. Anche il suo criceto era morto».
 
- da Il Centro -


 



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