Massimo Cialente: Se non riusciamo a rimuovere alcuni vincoli il Gran Sasso è finito



La seconda giornata del riuscitissimo Festival della montagna che si chiuderà oggi, è stata caratterizzata - tra le altre cose - dal tavolo di discussione "Il futuro del Gran Sasso tra ambiente e sviluppo. A che punto siamo?", organizzato dagli ideatori della manifestazione di Gran Sasso anno zero.

Una sessione molto lunga (tre ore circa) che finalmente però ha alzato il livello della discussione sul tema.

Sono stati toccati infatti più nodi che hanno creato tensioni negli ultimi tempi tre le istituzioni e parte dell'opinione pubblica, riguardo l'utilizzo dei fondi riservati al cosiddetto sviluppo turistico e le prospettive in tal senso per il territorio.

Il vice presidente della Regione Giovanni Lolli ha ad esempio ammesso con preoccupazione che negli ultimi anni "si sta rompendo il rapporto tra Parco e le comunità ".

"Dobbiamo rimettere le cose apposto - ha affermato Lolli - prima che questo diventi irreversibile perché il Parco è una leva di sviluppo. Mi faccio promotore di un tavolo per rimettere la palla al centro e ricominciare a discutere".

Ma in tal senso il vice presidente ha voluto specificare: "Escluderei dal tavolo della discussion gli estremi, perché non mi siedo con chi dice che gli aquilani si debbano rassegnare ad andare a sciare a Roccaraso e neanche con chi pensa solo a costruire impianti".

Sul Piano d'Area e la recente questione delle nuove Fontari, Lolli ammette: "Dobbiamo fare tutto secondo le regole, abbiamo sbagliato a prendere delle scorciatoie. Stiamo parlando con il Ministero per vedere come recuperare la situazione tenendo presente che per noi è fondamentale anche fare il secondo arroccamento di Monte Cristo altrimenti la stazione non sarebbe sostenibile. La cosa più ostativa è la 'direttiva uccelli'. Uno spiraglio è costituito proprio dall'approvazione del Piano d'area del 2003".

"Sulle Fontari volevamo fare rapidamente, seguendo lo stesso percorso fatto per la Sicndarella, perché abbiamo un Fondo FAS di 2,5 milioni da utilizzare entro quest'anno. Il Comune intanto ha fatto la Vinca e la Regione sta facendo la VIA e sta mettendo le dovute prescrizione riguardo ad esempio lo smantellamento dell'impianto esistente".

"Dopo di che - ha tagliato corto Lolli - se il nuovo Progetto delle Fontari dovesse essere bloccato le rifacciamo come quello che c'è, sapendo però, che oltre perdere un finanziamento, dovremo costruire un secondo impianto per collegarle alla Scindarella".

Sul Sic di Campo Imperatore, la cui nota questione è stata ribadita nell'intervento del comitato referendario di 'Save Gran Sasso' , Lolli si è così pronunciato: "Voglio parlare bene col Ministero e capire quanto sia davvero ostativo. Se così fosse si parlerà di possibili modifiche".

Sulle aree di interesse comunitario è intervenuto anche Enrico Stagnini che, dopo aver ricordato quanto sia fondamentale il Parco per il mantenimento della biodiversità, ha ricordato la storia dei SIC: "Inizialmente erano stati pensati come piccoli hotspot ma poi ci si è resi conto che così erano inutili e sono stati ingranditi. Quello su Campo Imperatore però è gigantesco".

"Se non riusciamo a rimuovere alcuni vincoli il Gran Sasso è finito" ha affermato il Sindaco Massimo Cialente che ha comunque parlato di voler "agire nel rispetto delle leggi e delle scelte politiche della nostra generazione", riferendosi all'istituzione dei Parchi, per cui ora secondo il primo cittadino "bisogna semplicemente trovare un equilibrio".

"Negli ultimi anni il Parco si è staccato dalla vita democratica e chi ama i Parchi vive tutto questo con preoccupazione. Spero di non arrivare al referendum perché segnerebbe comunque una lacerazione. Vedo che però non tutti hanno il senso della responsabilità. Il Parco allo stesso tempo deve cambiare sotto certi aspetti e ritrovare dialogo con popolazioni".

Ma Cialente parla anche di chi "mentre si faceva il piano d'area scriveva uno strano SIC secondo l'idea che il Gran Sasso non deve essere frequentato ma essere un parco riservato a pochi".

Il primo cittadino ha anche ribadito che "pensare ad interventi solo per il turismo invernale sarebbe folle".

In tal senso interessante anche l'intervento di Luca Mazzoleni gestore del rifugio Franchetti che ha sollecitato interventi adeguati anche a quote superiori a quelle degli impianti: "E' necessario aumentare il numero di rifugi e la ricettività di turisti in tal senso, bisogna curare i sentieri e fare una serie di piccoli interventi senza parlare solo delle grandi cifre che caratterizzano l'impiantistica".

Sotto questo aspetto Lolli ha rivendicato, rispetto l'anno scorso, la creazione del distretto turistico "con il quale sono stati trovati 2,5milioni per rifare i sentieri". Il Vice presidente regionale ha anche asserito che quest'anno le strade provinciali come quella che da Campo Imperatore porta davanti Monte Camicia, verranno prese in gestione dalla Regione che cercherà di tenerle il più possibile aperte.

I promotori del dibattito di Gran Sasso anno zero hanno sollecitato interventi di urgenza immediata e svincolati dal dibattito sugli impianti, come ad esempio il rifacimento dell'hotel e dell'Ostello e una soluzione rispetto al parcheggio aberrante che avviene a campo Imperatore. "Per continuare a salire con le vetture fino lì - hanno risposto le istituzioni - si pagherà un parcheggio superiore al biglietto della funivia".
Si spera il prima possibile.

Il fatto è che All'Aquila, per non perdersi in chiacchiere, ci vorrebbe forse un Festival della Montagna permanente.

- da NewsTown -

 



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