Assergi...Splendido Borgo Disabitato

 

 

 

 


In Italia sono quasi 6000 i borghi abbandonati, considerando i veri e propri paesi, gli alpeggi e gli stazzi. Ognuno di questi vecchi centri disabitati racconta la storia del proprio territorio.
Nel borgo di Assergi, Il terremoto del 6 aprile 2009 non ha provocato vittime ma ha accelerato lo spopolamento che era già iniziato da diversi anni.

 

Sulla cima di un'antica roccia, Assergi racconta la sua storia ad ogni passante. E' una storia che inizia tanto tempo fa e che oggi non è cambiata. La raccontano le sue mura, le sue case in pietra, le sue chiese e quella solitaria torre dell'orologio che segna da secoli il tempo che fugge.

Assergi, infatti, non ha mai cambiato il suo assetto urbanistico originario: lo conserva dal momento in cui fu costruito in epoca medievale. Le sue mura, costruite nell'XI secolo, sono ancora lì, quasi del tutto intatte, a ricordo dei tempi in cui difendevano il paese dagli attacchi dei nemici. Soltanto in tre punti, la cinta muraria permetteva e permette ancor oggi il passaggio, scrutando l'animo di chiunque acceda al centro del borgo: questi punti sono rappresentati dalle porte a sesto acuto, la Porta Orientale, la Porta del Colle e la Porta del Rio.

Ma lì, all'interno di un borgo che per sé stesso è uno scrigno di antiche preziosità, c'è un gioiello più prezioso di tutti gli altri, che risplende di una luce segreta. Si tratta della Chiesa di Santa Maria Assunta.
La Chiesa fu edificata nel 1150 dal Vescovo di Forcona, come si legge in un'incisione all'interno: "D.O.M. Templum hoc B.V.M.dic. ab Episcopo Forcon. dedic. anno MCL". E fu edificata su una preesistente costruzione, che doveva essere molto più grande: il monastero fondato da Sant'Equizio, uno dei più importanti diffusori del monachesimo in Italia.
La facciata della Chiesa di Santa Maria Assunta ricorda quella della famosa Chiesa di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila. I rosoni che troneggiano sulle facciate di entrambe le chiese sono, infatti, molto simili. Nell'architrave campeggiano i simboli dell'Agnello e gli stemmi dell'antico Castello di Assergi.
Sull'intera costruzione, troneggia un campanile costruito a doppia vela su due livelli, che suscita uno strano effetto ottico.
A destra della facciata principale, invece, si nota un'altra facciata, quella della demolita Chiesa di Santa Maria in Valle che si trovava all’ingresso del paese, sulla Strada Statale della Valle del Raiale (oggi S.S. 17 Bis).
Nel 1933, fu demolita per permettere la costruzione della strada di allacciamento alla stazione di partenza della costruenda Funivia del Gran Sasso. Si decise allora, di conservare la memoria della chiesa incaricando la Soprintendenza all’Arte Medioevale e Moderna dell’Aquila, di provvedere allo smontamento della sua facciata seicentesca, tutta in pietra locale, e alla relativa ricomposizione a fianco della chiesa parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta.
L'unico abside è di forma semicircolare ed è sulla roccia, a picco sul torrente.

Ma la Chiesa di Santa Maria Assunta nasconde al suo interno un mondo segreto: un'altra chiesa. Sotto di essa, infatti, esiste una chiesa ipogea dedicata a San Franco, il Santo eremita che morì in una grotta non distante dal paese di Assergi, un eremo che può essere facilmente visitato. La Chiesa ipogea di San Franco, in parte scavata nella roccia, conserva le preziosissime reliquie del Santo, all'interno di un sarcofago d'argento dorato.
Scendere nella cripta di San Franco, invisibile e segreta, dopo aver attraversato il portone della visibile Chiesa di Santa Maria Assunta, è come scendere all'interno del proprio animo per conoscere ciò che vi si cela, per conoscere l'elemento divino che riesiede nei precordi del nostro essere.
Questo è il tesoro più prezioso che Assergi nasconde e conserva, in silenzio, con l'aiuto delle alte vette del Gran Sasso...

 

 

 

 

Più a valle, fuori dalle mura del paese, riposa il Convento di Santa Maria in Valle, che è stata recentemente restaurata sul finire del secolo scorso ed oggi ospita la sede del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. La sua preziosità consiste soprattutto nell'elegante chiostro affrescato con le storie della vita di San Bernardino da Siena.
All'interno dell'edificio, è allestita la mostra permanente con i ritrovamenti archeologici provenienti dalla Grotta a Male, scoperta nel 1573 dal capitano FrancescoDe Marchi e oggi visitabile soltanto con l'accompagnamento di un esperto speleologo.

 

 



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