LA ROCCIA INCANTATA, MELODRAMMA DEGLI ANNI 40 CON SEQUENZE GIRATE AD ASSERGI E SUL GRAN SASSO

 

- di Piercesare Stagni* -

- da VirtùQuotidiane e aqbox tv -

 

 

Lucia è una giovane e bella ragazza di Assergi, in estate impegnata a gestire un rifugio sul Gran Sasso: qui conosce Aldo, brillante architetto romano appassionato di alpinismo: i due vivono una breve ma intensa storia d’amore ma al ritorno di lui in città Lucia scopre di essere rimasta incinta. Rifiutata da Aldo e cacciata conseguentemente anche dal paese, la ragazza, dopo mille peripezie, torna nel rifugio di montagna: qui avrà un tragico incontro con Aldo, che si è recato nuovamente sul Gran Sasso per portare a termine la sua impresa alpinistica sul canalone di sinistra…”.

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La Roccia Incantata, classico melodramma in stile fine anni ’40, può essere definito come il film aquilano per eccellenza, dal momento che è stato quasi completamente girato nel suo territorio, ma soprattutto, cosa ben rara, ambientato realmente nei luoghi originali, quasi tutti riconoscibili.

In città l’ospedale psichiatrico di Collemaggio e molti scorci tra i quali le Novantanove Cannelle, Santa Maria di Collemaggio, la Scalinata di San Bernardino, Piazza Santa Maria Paganica, via delle Bone Novelle, Corso Vittorio Emanuele, e poi ancora le sorgenti del Vera e l’antica rameria Strina di Tempera, il Santuario della Madonna d’Appari.

Anche Assergi ha un ruolo importante nel film, è il paese di Lucia, con riprese in molti vicoli e davanti e dentro la Chiesa di Santa Maria Assunta; poi numerose e spettacolari riprese in montagna, sul Gran Sasso e all’Albergo di Campo Imperatore.

Proprio all’inizio del film una didascalia informa che le scene in quota vennero girate dal vero, spesso con la collaborazione del Cai che trasportava troupe e attrezzature fino al set utilizzando motociclette residuate di guerra.

Gli stessi protagonisti citano spesso nel film luoghi come la “Sella dei due Corni” e la “Via Est del Gran Sasso”, e in alcune scene Lucia e Aldo si recano alle pendici dell’allora florido Ghiacciaio del Calderone, precisamente in riva al Lago Sofia, che poi si sarebbe praticamente estinto a causa dei lavori per realizzare il traforo e che ancora oggi viene studiato attraverso le preziose immagini del film.

Come consulenti tecnici per le scalate furono chiamati i celebri alpinisti Andrea Bafile e Marcello Vittorini, citati nei titoli così come viene ricordato anche “Argante”, il delizioso cucciolo di pastore abruzzese usato nelle riprese.

Infine una curiosità: il prestigioso archivio filmico mondiale Imdb cita anche Cesare Zavattini come autore, ma nei titoli del film non ve ne è traccia alcuna.

Regia: Giulio Morelli
Soggetto: Raffaele Saitto, Giulio Morelli
Sceneggiatura:Vinicio Marinucci, Gaetano Carancini, Raffaele Saitto, Giulio Morelli
Fotografia: Vincenzo Seratrice
Musiche:Raffaele Gervasio, “Vola Vola” di Albanese e “J’Abruzzo” di De Angelis
Produzione: Silvio Federici per ROIO Film, 100 min B/N distribuito in 50 copie
Interpreti: Dina Sassoli, Mirko Ellis, Anna Maestri, Irene Genna, Cino Gay, Delfi
Tanzi, Rainero De Cenzo, Riccardo Cucciolla, Gioconda Stary,
Franceschino Benedetti, Niny Morelli

*critico cinematografico

L’uscita ormai prossima del mio volume Il cinema forte e gentile, dedicato ai film girati nella nostro stupendo Abruzzo, credo possa costituire anche uno stimolo per porre la giusta attenzione verso opere non sempre note che fanno parte di diritto della storia del nostro territorio e che spesso ne hanno fatto conoscere ovunque le bellezze e le tradizioni!

Sfogliando insieme le pagine della pubblicazione, realizzata con la preziosa collaborazione della casa editrice Arkhè, mi soffermerò con i lettori di Virtù Quotidiane sui momenti a mio parere più interessanti, raccontandovi aneddoti e tanti particolari sui luoghi scelti per quei film: mettiamoci quindi in marcia, alla scoperta, come è tradizione delle pagine che ci ospitano, del bello nascosto e dei piccoli segreti anche cinematografici di questa nostra terra meravigliosa…



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