Grazie MORTE DEGLI ALBERI

Quando uccisero gli alberi nella piazza del mio paese, arrivai, come Gesù, che Lazzaro è morto, senza miracoli da saper compiere, lacrime da piangere, o salma da poter accogliere, solo a ricordare, le stagioni che spartimmo, o le poche felicità vegetali che provammo, l’aria, che dal comune peso di terra, ci sgravava ad avere contezza dei nodi, di clorofilla e sangue, che scontammo, tra terra e cielo, tutti i desideri sospesi, nati tra le radici e il solletico agli dei; sono, ora, a contarvi gli anelli, come calcinate costole di reliquia, come bolle di sogni compiuti, che, ad iterato cappio, entro la corteccia assediano, strozzano l’anima… …e ci uccidono Giacomo Sansoni