È stato presentato “Star” il robot che è in grado di eseguire esami diagnostici a distanza

 

 

Nelle situazioni di emergenza in cui c’è bisogno di fare una prima diagnosi e per un medico è impossibile arrivarci: ebola, epidemie in seguito a catastrofi naturali, o semplicemente una casa famiglia isolata dal maltempo in cui ci siano pazienti da visitare, potrebbe essere utile l’intervento del robot “Star”, acronimo di “Strong arm” (un omaggio a Braccio da Montone che nel 1424 tentò di espugnare L'Aquila ma venne respinto con forza). A ideare il robot in grado di intervenire per diagnosi da remoto in situazioni di elevato rischio biochimico, è stata la software house aquilana Nrgsys in partnership con Hrs, azienda all’avanguardia nella realizzazione di biosensori che ha da poco sottoscritto un accordo con il ministero della Difesa per calare nella società civile le soluzioni tecnologiche militarei, e in collaborazione con la Oncoxx, spin-off dell’università di Chieti-Pescara. Il robot è stato presentato ieri nel coworking "Strange office" di via Roma, tra gli altri, dal ceo di Srgsys, Domenico Ciambrone, dal presidente di Capitank (ente gestore del polo di innovazione del dominio tecnologico chimico-farmaceutico, che ha creduto nel progetto, finanziandolo) Edoardo Alesse, dal vice presidente Enrico Giaquinto, da Giorgio Noera di Hrs e Salvatore Santangelo dell'Associazione L'Aquila che Rinasce. Il nome Strong arm viene dalla conformazione del robot, composto da un braccio particolarmente performante, in grado di eseguire da remoto (sempre guidato a distanza da un medico) una serie di esami diagnostici come elettrocardiogrammi, la registrazione delle frequenze cardiache e respiratorie e così via. Star è anche in grado di somministrare farmaci, eseguire iniezioni o prelevare dati biochimici di una persona lontana.


 



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