Funivia Gran Sasso: si accendono le luci per le corse notturne ma manca la neve

 

 

Si è “accesa” per la prima volta la funivia di Fonte Cerreto, che da questa stagione invernale sarà dotata di un impianto di illuminazione, attivo sette minuti all’ora, durante le corse serali. Per ora si tratta solo di prove tecniche: la funivia sarà in funzione tra qualche giorno, mentre per vederla illuminata bisognerà attendere il collaudo dell’Ustif. Manca ancora la neve: le recenti precipitazioni non sono state sufficienti e ci si è messo pure il vento forte, che ha scoperto alcuni tratti delle piste. Per rispettare la tradizionale data di apertura della stazione sciistica di Campo Imperatore, l’ormai vicino 8 dicembre, servono altre nevicate, come conferma il direttore degli impianti Marco Cordeschi: «I mezzi sono stati messi in movimento, ma per “riportare” la neve e battere le piste serve una coltre spessa almeno un metro. Nel frattempo», sottolinea Cordeschi, «abbiamo provato l’impianto d’illuminazione della funivia, per cui si attende che l’Ustif fissi la data del collaudo. Dal punto di vista tecnico siamo pronti, considerato che anche i lavori alla seggiovia delle Fontari sono stati completati. Ma siamo appesi alle previsioni meteo, che per ora non sembrano favorevoli». È andato finalmente in porto il progetto che permetterà di effettuare corse anche in notturna: superati gli ostacoli e i timori sulle conseguenze che la luce avrebbe potuto creare alla fauna locale. Grazie a uno studio affidato all’Università, l’impianto funzionerà con una tipologia di “luci fredde”, autorizzate dal Parco. Ma il futuro della montagna aquilana continua a far discutere. L’associazione “Salviamo la piana” prende spunto dalla chiusura delle vie di accesso a Campo Imperatore per riflettere sullo sviluppo sostenibile: «Alla prima nevicata», scrive l’associazione, «non si fa attendere due volte l’azione sprovveduta di chiudere l’accesso a Campo Imperatore dalle strade di Santo Stefano di Sessanio e di Castel del Monte. Questo ostruzionismo inspiegabile si ripete ormai da anni, impedendo a tutti la libera fruizione di uno straordinario patrimonio naturale e mettendo in seria difficoltà le attività economiche di coloro che vivono nei borghi delle montagne dell’Aquilano. L’ostruzionismo continua, nonostante i recenti sforzi, uniti al bando di Invitalia, per promuovere l’avvio e il sostegno ad attività imprenditoriali volte al rafforzamento dell’attrattività e dell’offerta turistica del territorio del cratere sismico». I rappresentanti di “Salviamo la piana” precisano di non essere contro la funivia del Gran Sasso, «ma è impensabile che questa, per mantenersi, sia attaccata al filo dei contributi pubblici che la finanziano, perché falsamente considerata unico mezzo di trasporto per l’accesso in montagna. Si chiudono le strade, si penalizza un intero territorio per permettere che la funivia resti ancora in vita, senza un business plan che garantisca la sostenibilità della struttura nel tempo».

- da Il Centro -



 



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