Anche Elena Aprile tra la gente tosta 2016...

 

 

Sul quotidiano "Il Centro" di oggi, il direttore Mauro Tedeschini parla delle buone notizie che esistono, basta solo andarle a cercare e valorizzarle, anche per dare l’esempio e tirare un po’ il morale a tutti noi, continuamente frastornati da resoconti di guerre, attentati e crisi economiche. Anche quest’anno, come già facemmo a inizio 2015, abbiamo voluto raccontare le vicende di dieci abruzzesi, se non di nascita almeno d’adozione, che non indulgono al lamento (anche se tra loro c’è chi avrebbe tutto il diritto di farlo), ma cercano di dare una mano per quel che è nelle loro possibilità. E spesso anche molto di più. C’è l’industriale che partendo da un’umile famiglia di Ripa Teatina ha scalato le vette del successo, c’è la manager arrivata al vertice di Trenitalia, la ricercatrice che insegue il premio Nobel nelle viscere del Gran Sasso, ma c’è anche chi ha deciso di dedicare agli altri gran parte della propria vita. Sono quest’ultimi, i nostri veri eroi quotidiani, quelli che operano senza riconoscimenti economici e solo per la gioia di ricevere un grazie dalle persone che aiutano. Sappiamo bene che questi sono solo dieci esempi e che molti altri abruzzesi di talento o di gran cuore meriterebbero di figurare in queste pagine: nessun problema, potete segnalarci nomi e storie all’indirizzo [email protected]

La materia oscura e il team del Gran Sasso

Si chiama materia oscura ed è uno dei più grandi misteri che ancora resistono nell’universo: tutto cominciò nel lontano 1933, quando l’astronomo Fritz Zwicky, osservando la famosa Chioma di Berenice, si rese conto che doveva esserci una massa che teneva insieme tutte quelle galassie e che consentiva a tutte di correre così velocemente e insieme tra loro. Una massa a noi invisibile e che, secondo i calcoli, doveva essere 400 volte superiore a quella visibile. Oggi quattro esperimenti la cercano nell’Universo partendo dalle viscere della più grande montagna abruzzese, il Gran Sasso, dove hanno sede i celeberrimi Laboratori Nazionali. Tra questi, nel gruppo di testa, c’è Xenon 1T, un progetto internazionale di ricerca che coinvolge un team composto da 126 scienziati e 21 istituzioni tra America, Europa e Asia, con un investimento di 20 milioni di dollari. A guidare questa incredibile avventura c’è una fisica italiana, Elena Aprile, che dal 1986 è titolare di una cattedra alla celebre Colombia University, negli Stati Uniti. Allieva del premio Nobel Carlo Rubbia, la professoressa Aprile ha poi conseguito un dottorato ad Harvard ed è rimasta negli Usa per tutta la sua carriera, come tradisce il suo accento quasi yankee. Ma al quotidiano “La Repubblica” ha confidato tutto il suo entusiasmo per il fatto che l’esperimento si svolga nel Gran Sasso Institute, che lei stessa definisce «il miglior laboratorio al mondo per la nostra ricerca». Xenon 1T è ritenuto il rivelatore più sensibile tra quelli che sono al lavoro in questi mesi nel segretissimo laboratorio abruzzese e cerca le particelle di cui si pensa che sia composta la materia oscura, le cosiddette Wimp (Weakly interactive Massive Particle), usando una “trappola” a base appunto di Xenon. La corsa a questa scoperta epocale può portare al premio Nobel e coinvolge diversi centri di ricerca nel mondo, ma Elena Aprile è convinta che il Gran Sasso abbia ottime carte da giocare: «Non possiamo dire che cosa succederà», ha detto in una recente intervista, «è possibile che la prima Wimp sia dietro l’angolo oppure che l’abbiamo appena mancata, ma la mia scommessa è che la vedremo proprio qui, al Gran Sasso». Alzi la mano chi, passando in autostrada magari diretto da Teramo a Roma, ha mai immaginato che l’enorme portone blindato dei laboratori nasconda sfide così ambiziose, addirittura di portata ultra-planetaria. Sarebbe un vanto incredibile per la nostra regione e per l’Italia, oltre che un grande passo avanti per la scienza.
- da Il Centro -

 



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