Nadia Moscardi replica alle critiche da Teramo: "quel piatto l’ho creato io"

 

 

 

 Cucina come rigorosa osservanza dei disciplinari oppure innovazione senza tradire le origini di una ricetta? La presenza in tv di una chef tra le più quotate come Nadia Moscardi, ha scatenato una guerra di campanile senza limiti. Con le lance appuntite dell’invettiva alcuni teramani, sui social network, hanno usato un linguaggio a dir poco disinvolto per darle addosso. L’accusa: non aver presentato il piatto delle virtù teramane come il disciplinare prevede. Tanto rumore per nulla, visto che la Moscardi, invitata da Sveva Sagramola alla trasmissione Geo&Geo, ha presentato un piatto che, come lei stessa precisa «si ispira alle Virtù termane», ma che «è stato da me inventato e che da tempo è nel menu del mio ristorante». La chef del ristorante Elodia di Carmarda e del locale Gusto all’Aquila, si sente per metà teramana («La mia mamma, Elodia appunto, era teramana ed è stata lei, insieme alle mie zie, a insegnarmi la ricetta». «Proprio perché la conosco», aggiunge, «ho precisato in tv che la mia non era la ricetta originale. Avevo tratto semplicemente l’ispirazione». In effetti, già dagli ingredienti il piatto “Consistenze di pasta e dell’orto” è diverso. «È un piatto più leggero», spiega la chef, che ha presentato lo stessa creazione culinaria anche alla manifestazione “Identità golose” a Milano, riscuotendo consensi, «con cotture meno invasive per realizzare un piatto più sano. La verdura, per esempio, invece di lessarla l’ho disidratata per concentrare le caratteristiche nutritive degli alimenti. Se si lessa, la verdura perde le vitamine idrosolubili, se invece si disidrata, rimagono tutte lì. L’acqua evapora, il sale rimane e non serve aggiungerne altro». Da un’iniziale disincanto rispetto alle critiche ricevute, la chef Nadia, affiancata e sostenuta dal fratello Antonello, ha constatato con disappunto che i limiti della critica sono stati ampiamente superati. «Mi hanno incolpato di essere una somara, dedicandomi anche una poesia offensiva e minacciato di botte. Io ho studiato e ci tengo al mio lavoro. Abbiamo tanti clienti e amici teramani, l’ho fatto in onore del piatto. La critica ci sta, finché è bonaria e costruttiva, ma alcuni ristoratori teramani in cerca di pubblicità me ne hanno dette di tutti i colori. La cucina deve essere anche innovazione. Non ho tradito il disciplinare semplicemente perché ho preparato un’altra cosa».

- da Il Centro -


 



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