Vigile urbano a giudizio per stalking

 

 

Un corteggiamento spinto all’eccesso e non gradito dalla donna di cui si era invaghito, ha inguaiato un vigile urbano, P. C., aquilano di 59 anni, che si ritrova sotto processo per atti persecutori. L’indagine, partita nel dicembre dello scorso anno dopo una denuncia in Questura della donna di Paganica, ha portato ieri al rinvio a giudizio. Secondo le accuse, ancora tutte da dimostrare, la donna era frastornata dalle avances spregiudicate dell’accusato il quale si sarebbe presentato più di una volta sul luogo di lavoro di lei come pure in altri posti frequentati dalla donna. La donna ha poi raccontato, esibendo anche la documentazione, di essere stata tempestata da un ingentissimo numero di telefonate al suo cellulare e da sms con contenuti anche a sfondo morboso, sentimenti forse genuini ma mai minimamente corrisposti. Sempre secondo la contestazione il vigile urbano, quando la donna non era raggiungibile in altro modo, la molestava con una serie di biglietti lasciati sulla sua automobile. Una volta avrebbe utilizzato un verbale del Corpo di polizia municipale non compilato per la multa ma con scritte delle frasi d’amore. Il tono delle lettere man mano che si andava avanti era sempre più ossessivo, dato che ha preoccupato non poco la parte lesa. La richiesta di rinvio a giudizio della Procura è stata accolta dal giudice per le udienze preliminari Giuseppe Romano Gargarella che ha disposto il processo per il 16 settembre. La difesa, tramite l’avvocato Stefano Rossi, ha sostenuto che semmai era la donna a dare corda all’agente e, comunque, le accuse sono espressione di una verità di parte, questioni che potranno essere chiarite solo in un dibattimento. La parte civile è stata rappresentata dagli avvocati Manuela Paone e Ferdinando Paone.

- da Il Centro -

 



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