Pianola, sono cinque i Map scoperchiati dal vento

 

 

 

 «Lavoreremo fino a notte, faremo il possibile per non mandare via la gente». La voce con le rassicurazioni arriva dal tetto del Map numero 3 di Pianola. In alto, il rumore del cannello del gas e di un avvitatore elettrico. Il vento, lo stesso che la notte prima aveva strappato la coperture a 5 moduli abitativi provvisori, il numero 1, il 3, il 4, l’8 e l’11, sta concedendo una tregua. Fino a pochi minuti prima la zona era sferzata da una pioggia mista a ghiaccio che infastidisce non poco gli operai del Comune al lavoro. Una riparazione di fortuna, il ripristino della copertura con una guaina saldata a caldo e rinforzata con listelli di legno avvitati. «A breve arriverà una ditta specializzata che metterà a posto tutto», spiega la voce dall’alto. In basso, i residenti dei Map controllano i lavori. Alcuni non sanno ancora se potranno passare la notte nella loro casa provvisoria in cui abitano dal marzo del 2010. In ogni caso, bisogna fare presto. Nel Map 3 ci vive una persona disabile, al piano terra del map 1 ci vivono tre donne, età media 95 anni. «Al momento, nessuno mi ha detto cosa succederà», racconta Tomassina De Novellis, che insieme ad altre 3 persone abita invece al secondo piano del Map numero 1, quello da cui l’altra notte è volata via la copertura. I lavori nella sua casa sulla Mausonia sono finanziati da settembre, ma non possono partire per via di un cavo Enel che non viene tolto. «Se mi mandano via, stavolta dovranno risarcirmi», minaccia decisa. Perché qui, al progetto Map di Pianola, a parlare con i residenti la risposta è sempre la stessa: nessuna manutenzione, da 6 anni a questa parte. «Ci chiedono 40 euro al mese, per che cosa?», lamenta Loris Salvi, «qui non si è mai visto nessuno». «Il giardino ce lo curiamo per conto nostro, le bollette le paghiamo e la luce scale la paghiamo noi perché è allacciata al contatore degli appartamenti...». La mancanza di manutenzioni viene stigmatizzata in una nota anche da Guido Quintino Liris, capogruppo di Forza Italia al Comune dell’Aquila: «I tetti volanti potevano colpire mortalmente bambini» si legge, «si rilevano danni importanti su automobili, i vigili del fuoco sono costretti ad intervenire. Questa è la realtà che vivono i cittadini aquilani che hanno perso a causa del sisma la propria abitazione. Caro sindaco Massimo Cialente, ci sarà pure un numero di cittadini morosi in malafede, ed è giusto che questi vengano scoperti e colpiti. I cittadini onesti, però, sono la maggioranza e non sopportano l’idea di essere presi in giro da parte di una amministrazione comunale che gioca a scaricare costantemente le proprie responsabilità». Davanti ai Map, Bruno Salvi ricorda le battaglie nel dopo sisma per averli a Pianola «abbiamo avviato una raccolta, firme», per le riparazioni delle fogne che rigurgitano a piano terra. Ma ricorda anche le bevande calde portate agli operai al lavoro in quell’inverno del 2010, sotto la pioggia e la neve. Di chi è la colpa? Il funzionario dei vigili del fuoco Roberto De Acutis, arrivato insieme a due squadre e all’altro funzionario Dino Salvatori, allarga le braccia. «Questa è L’Aquila, non ci resta che lavorare, lavorare, e lavorare».

di Raniero Pizzi - da Il Centro -

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