C.A.S.E., PARCO, RICOSTRUZIONE...Pillole (amare) da L’Aquila

 

 

 

 

- di Sante Acitelli - Riprendo a scrivere sul blog dopo un bel po’ di tempo, sempre più lontano dal capire cosa passa per la testa di certi aquilani o, forse, non passa nulla dentro la loro testa o, forse, sono io tardo di comprendonio… comunque, un paio di “notizuole” niente male da commentare.

Dovete sapere che è stato pubblicato un bando che scade alla fine del mese di housing sociale che consentirà l’accesso agli alloggi del progetto Case, a canoni calmierati per fare politiche sul territorio in grado anche di frenare lo spopolamento.
Dovete sapere inoltre  che numerosi alloggi del Progetto Case già sono stati destinati, per il 37%, a gente  che NON ha perso la casa (studenti, associazioni sportive e culturali).

Dovete sapere anche che il sig. Cialente ha deciso di smantellare quante piu possibili case del C.A.S.E. perchè sono brutte, sono troppe (sic) e gli aquilani non le volevano ma sono solo il risultato dei capricci dei sig.. Berlusconi e Bertolaso.

Sembra pure che abbia detto (Cialente) «Io vorrei salvarne, però, alcuni», , «ad esempio quello di Assergi al quale è interessato l’Infn, quello di Camarda che potrebbe avere destinazione turistica e quello di Arischia per la popolazione locale».

Per coloro che non sono abruzzesi faccio il punto della situazione sennò non si capisce il senso ed anche per togliermi qualche sassolino nei confronti degli amici abruzzesi. Dopo il sisma del 2009 (7 anni n.d.r.) gli interventi dello Stato si suddivisero in due parti: la prima, della durata di circa 6 mesi, gestita dalla Protezione Civile e denominata EMERGENZA consistette nella assistenza alla popolazione, aiuti, gestone dei campi, messa in sicurezza di costruzioni ed infrastrutture nonchè nella costruzione di progetti C.A.S.E. e M.A.P. in più punti del “cratere” per non realizzare una mega bidonville di containers che, visti i tempi, sarebbero ancora attivi e presenti nel territorio; più che spesso infatti ho sentito aquilani dire che erano meglio abitare nei containers piuttosto che dare ragione a Berlusconi e Bertolaso; la seconda parte, denominata RICOSTRUZIONE è gestita direttamente dal comune di L’Aquila cioè dal sig. Cialente e dal suo entourage con tutti i ritardi che si vedono quotidianamente, con la decisione di spendere il 60 % per L’AQUILA CENTRO ed il 40 % per le FRAZIONI, tanto è vero che ad Assergi per es. dopo 7 anni non è partita la ricostruzione neanche di un consorzio obbligatorio su circa 30 costituiti per legge!!!!!!! E questo bando è l’ultima chicca! Io come tanti altri NON residenti NON abbiamo diritto ad avere una casa sostitutiva a quella perduta, anche se c’è disponibilità nelle case berlusconiane a favore di studenti, associazioni ecc…. per i quali deve risolvere il problema il comune stesso e NON utilizzando denari e costruzioni destinati per coloro che la casa non l’hanno più!!!! Parla (Cialente) di spopolamento come se lo spopolamento non dipenda dalla mancata ricostruzione a favore dei NON residenti che erano le fondamenta delle economie locali. Riconosce infatti che già oggi il 37 % delle case berlusconiane è occupato da persone che non hanno perduto la casa ma ai NON residenti (fulcro delle economie locali fino a 7 anni fa, questo non è consentito! Ma cosa c’è una guerra in atto contro i NON residenti?

Dice sempre il sig. Cialente che questi progetti C.A.S.E. sono brutti e sono troppi.

A parte il fatto che è la prima volta che sento dire da un comune di avere un patrimonio immobiliare troppo sostanzioso e, soprattutto, GRATIS quando chissà che farebbero tutti gli altri comuni a vedere aumentare il proprio patrimonio (o forse è l’ammissione a riconoscere l’incapacità a gestire un tesoro) ma addirittura dire che sono brutti?!?!?!?! Ma come? Ma avete visto la periferia aquilana o le periferie delle frazioni? Un’accozzaglia di cemento senza stili architettonici, un “puzzle” di sozzure edili ma debitamente autorizzate e licenziate dal comune!!!!!!!!!!!!!!!

Seconda “notizuola”: 27 giovani apprendisti che imparano a coltivare legumi nel territorio del parco! Bella iniziativa non c’è che dire…… ma vuoi mettere?………. Come si insegna a ben 27 giovani come si coltivano fave e ceci…….. ma vuoi mettere la soddisfazione di 27 anziani contadini a trasmettere le competenze ad altrettanti giovani di un’arte così difficile?……… Però sto parco che si inventa a favore dell’agricoltura…….. dopo che ha massacrato l’agricoltura familiare spazzando via vigneti, grano ed orti con le sue leggi assurde come per es. quello di vietare e/o ostacolare la recizione dei campi per non impedire il libero passaggio di animali reintrodotti che NON facevano più parte della fauna locale da chissà quanto tempo o vietando la macellazione in proprio di animali domestici o ignorando le rimostranze di contadini ed allevatori per la NON soluzione al problema della sovrapopolazione dei cinghiali che la fanno da padrone ….. però destina fondi a 27 ragazzotti a “recaccia’ le patane” (coltivar patate n.d.r.). Ricordo che mi affacciavo alla finestra e vedevo TUTTI i campi coltivabili coltivati a frumento a patate e erba medica a vigneti, camminavo lungo il fiume ed era un susseguirsi di orti, oggi invece, se vedi qualche campo coltivato ti fermi per fare un “selfie”. Forse le teste “pensanti” del parco non sanno cos’è stata l’economia domestica che permetteva agli abitanti del territorio di risparmiare uno stipendio al mese di spese per il cibo.

Scusate la lungaggine ma dovevo recuperare il tempo perso e sfogare un po’ la mia incazzatura dovuta al troppo amore per questo posto.

cifone

 
 



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