Nel cantiere più grande d’Europa è a rischio il futuro delle imprese locali

Nel cantiere più grande d’Europa capita anche che restino senza lavoro elettricisti, idraulici, piastrellisti, imbianchini o installatori di parquet. Tutta colpa di una circolare interna del Comune che, interpretando quanto previsto nel decreto Enti locali, esclude dai subappalti della ricostruzione le cosiddette lavorazioni specialistiche. Un provvedimento che taglia le gambe agli artigiani locali e che potrebbe avere ripercussioni pesantissime sull’economia e sull’occupazione. Il tutto a vantaggio di quattro o cinque grosse aziende, che hanno i requisiti per andare avanti, accaparrandosi servizi e opere. Il grido di allarme lanciato dalla Fenailp provinciale è stato raccolto dal presidente della commissione Controllo e garanzia Raffaele Daniele e sarà discusso oggi, nel corso della riunione in programma alle 9 nella sede del consiglio comunale a Villa Gioia. Per esaminare la problematica e individuare eventuali soluzioni sono stati convocati i dirigenti dei settori interessati e l’incontro è aperto a tutte le associazioni di categoria. Successivamente, si chiederà l’intervento dell’assessore comunale alla ricostruzione Pietro Di Stefano e dell’Usra. Il Comune è già in allerta, come chiarisce il presidente provinciale della Fenailp Carlo Saggese, che ha richiesto l’audizione in commissione. «L’esclusione dai subappalti delle lavorazioni specialistiche», spiega l'ingegnere Saggese, «comporterebbe, come ha osservato nella circolare lo stesso dirigente Vittorio Fabrizi, un danno all’esecuzione delle relative opere e l’esclusione delle imprese del settore. Appare evidente come ciò comprometta il prosieguo degli interventi di ricostruzione e danneggi l’economia della nostra provincia, il cui volano è costituito prevalentemente da imprese artigiane specialistiche, cui verrebbe negata la possibilità di contrarre subappalti, con evidenti ripercussioni negative sull’occupazione e su tutto il tessuto socio economico locale, poiché le risorse stanziate verrebbero in larga parte deviate dalla competenza territoriale». Il presidente della Fenailp ha dunque invitato a partecipare alla commissione tutte le imprese artigiane interessate. «Ci sono alcune grandi aziende», aggiunge Saggese, «che, per evitare il subappalto, hanno proposto di assumere gli artigiani locali a tempo determinato, inquadrandoli come operai comuni, per poi licenziarli una volta completato il servizio. Ma si tratta di un vero e proprio svilimento professionale. Vogliamo capire come poter tutelare i nostri interessi, ma anche la qualità dei lavori, garantita solo dagli artigiani locali». «Per cercare di risolvere il problema del mancato o ritardato pagamento dei subappaltatori», dice il presidente della commissione di Garanzia, Raffaele Daniele, «avevamo proposto, al tavolo con il sottosegretario Paola De Micheli, di sostituire l’autocertificazione rilasciata dalle ditte che davano in affidamento i lavori, anche fino all’80%, con una fattura quietanzata. Un modo anche per effettuare i necessari controlli. Ma poi nel decreto Enti locali si è pensato bene di aggirare l’ostacolo, riducendo al 30% la possibilità del subappalto. Una circostanza ribadita dalla circolare del Comune, che ha gettato nello sconforto gli artigiani del territorio. Cercheremo di fare luce su questa vicenda, ascoltando i dirigenti del settore e in seguito l’assessore competente e l’ufficio speciale per la ricostruzione».

di Romana Scopano - da Il Centro -




 



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