Terremoto, amianto potrebbe fare vittime anche dopo 20 anni

La popolazione delle aree terremotate nell’arco dei prossimi 20 anni sarà esposta al rischio di tumori dovuti all’inalazione di amianto che rischiano di diventare “una seconda piaga”. E’ l’allarme lanciato dal professore Mario Di Giovacchino, docente dell’Università di Chieti, a margine di un convegno Inail dedicato ai tumori professionali e agli infortuni sul lavoro. L’asbesto, conosciuto comunemente come amianto, è 1.300 volte più sottile di un capello umano. “Sebbene l’impiego di questo elemento - ha spiegato Di Giovacchino - sia fuori legge in Italia dal 1992, tanti palazzi all’Aquila, fra quelli che hanno registrato i crolli, hanno sparso moltissimo amianto nell’aria”. Una situazione analoga, ha ricordato il professore, é stata registrata a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle a New York l’11 settembre 2011. Il rischio è quello “che prima che compaiano patologie di questo tipo - ha sottolineato il professore - possano passare diversi anni dall’inalazione, infatti allo stato attuale molecole di questo tipo non sono state ancora isolate”. Di qui, la necessità di “sottoporre a diagnosi quante più persone possibili - ha sottolineato Di Giovacchino - effettuando un grande lavoro di monitoraggio di prevenzione”. Un’operazione da condurre parallelamente allo smaltimento di rifiuti e macerie.



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