Scampagnata alla chiesetta di San Pietro al Morrone di Paganica per riscoprire la tradizione

 

 

 

Sabato 2 Luglio, la parrocchia di Santa Maria Assunta di Paganica ha organizzato una scampagnata alla chiesa di San Pietro al Morrone sulla strada Paganica-Pescomaggiore.
Il percorso a piedi, si è snodato dalla fontana di Sant’Antonio a Paganica e, salendo per l’antica strada di Pescomaggiore, si è giunti in meno di un’ora di cammino, alla chiesetta. Alle 11 il parroco di Paganica don Dionisio Humberto Rodriguez Cuartas ha celebrato la messa. Vi mostriamo alcune foto scattate dalla nostra amica Wilma Guetti di Paganica e una descrizione curata dal nostro amico Raffaele Alloggia.
La chiesetta edificata nel XII sec. sotto il nome di “San Petri ad Marginem”, fu rinominata a San Pietro al Morrone dopo la canonizzazione di Papa Clemente V, dell’Eremita Pietro Angelerio avvenuta 5 maggio 1313 nella cattedrale di Avignone, poiché Celestino V appena eletto Papa fece rientrare in Città i Paganichesi “esiliati” dopo la “briga”, con il castello di Bazzano. A Papa Celestino V, causa il “gran rifiuto” gli fu riconosciuta la Santità, solo nel 1668 da Papa Clemente IX. Per la prima volta nella storia di questa chiesetta, in relazione alle mie ricerche d’archivio, un alto prelato quale Monsignor Orlando Antonini, attualmente Nunzio Apostolico in Bosnia, nel 2012 nel suo libro “Chiese ex Moenia del Comune Dell’Aquila”parla della nostra chiesetta come: “Chiesa di San Pietro Celestino”. Questa la sua descrizione : piccola monoaula a capanna, isolata sui tornanti che salgono da Paganica a Pescomaggiore, di origini longobarde quale succursale forse plebanale della “Villa Margine”, poi, sembra dal 600, cappella patronale della famiglia Facchinei. Conserva parte dell’involucro absidale rettangolare ascrivibile al sec. XII per essere contesto nell’inconfondibile perfetto apparecchio “benedettino”di pietre conce. In seguito fu prolungata sul davanti, scompagnando i ricorsi lapidei e perdendo forse gli originari elementi in pietra lavorata delle aperture.

Affrescatura medioevale tre-quattrocentesca di Madonna con Bambino e San Pietro (Apostolo)sulla parete di fondo, ed immagine seicentesca di San Pietro (Celestino) dipinta sull’altare attuale, sul cui antipendio appare di nuovo dipinto un San Pietro Apostolo, con San Giovanni Battista, ai lati dello stemma gentilizio dei committenti. Nel 1993 l’intendenza Regionale per i Beni Culturali, eseguì i lavori di ristrutturazione della Chiesetta e l’architetto che curò i lavori propose di procedere all’opposizione di vincolo, poiché scrive, a mio giudizio presenta “notevole interesse storico artistico”; questa proposta però, è rimasta lettera morta. Durante la Perdonanza 2013, al Centro Civico di Paganica fu organizzato un convegno su “Papa Celestino e i Paganichesi” presenti personalità importanti nel merito come il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, la professoressa Stefania di Carlo storica ricercatrice dell’ordine dei celestini, autrice di diversi volumi sulla vita di Papa Celestino, il Vice Presidente del Comitato Perdonanza Alfredo Moroni, l’Assessore al Turismo del Comune dell’Aquila Lelio De Santis, Don Dionisio Rodriguez Parroco di Paganica e lo scrivente, moderatore Emidio Di Carlo. Dagli atti del convegno, emersero alcuni dati di estrema importanza per la storia della Perdonanza: da documenti d’archivio inconfutabili è risultata essere l’unica chiesa dedicata a San Pietro al Morrone, Stefania Di Carlo, docente di Storia della Chiesa Antica e Medioevale dell’ISSR dell’Aquila, ha reinserito il ruolo della chiesetta nel quadro della Canonizzazione di Pietro da Morrone avvenuta il 5 maggio 1313 di cui nel 2013 ricorrevano i 700anni.

La studiosa ripercorse le tappe fondamentali di Pietro da Morrone, salito al trono pontificio nel 1294, con il nome di Celestino V, evidenziando il ruolo di Paganica anche per il miracolo dell’indemoniata che guarì recandosi sul sepolcro del Santo nella Basilica di Collemaggio. Entrambi i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale dell’Aquila, ritennero che la Chiesa Paganichese sarebbe rientrata nel quadro della politica dell’amministrazione in materia di Turismo Religioso. Ho cercato di descrivere in modo sintetico una parte dell’importante storia e gli eventi che nel tempo hanno coinvolto il piccolo tempio, (non più di 60 metri quadrati) poiché vorremmo che qualcuno dicesse quali debbano essere gli “attributi” mancanti affinché quel luogo di culto possa essere messo in sicurezza. Nel corso del convegno furono invitate le autorità religiose e laiche ad intervenire subito perché “quel bene prezioso non venisse abbandonato a se stesso”, ma ad oggi nulla è stato fatto! Più volte ho scritto in questi cinque anni di questa chiesetta e le sue precarie condizioni post sisma sulla stampa locale, lo continuerò a fare con il supporto della stessa, finché le Istituzioni preposte intervengano, per il raggiungimento dell’obiettivo fortemente voluto dalla comunità Paganichese

 



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