37° Fuoco del Morrone, sosta a Paganica

 

 

 

La fiaccola del fuoco del Morrone, accesa il 16 agosto nell’eremo che ospitò Pietro Angelerio, nei pressi di Sulmona, in questi giorni sta  attraversando la Valle Subequana, facendo tappa nei luoghi dove Papa Celestino V ha lasciato il suo segno, per far sosta il 22 a Onna.
Martedì 23 agosto alle ore 9 il fuoco ripartirà in direzione Paganica, dove all’incrocio con il bivio del Progetto CASE di Paganica 2, anche quest’anno il “testimone” passerà dai tedofori del Movimento Celestiniano, ai podisti della “Corsa del Cappello”che con i colori delle maglie dei quattro Rioni di Paganica hanno partecipato alla XV edizione in rappresentanza dell’intera comunità paganichese.
Il corteo transiterà nella via centrale del più grande agglomerato del piano CASE nel Comune dell’Aquila, costruito dopo il terremoto, dove risiedono ancora dopo sette anni,  molti cittadini paganichesi e non, che soffrono l’”esilio forzato” dal loro centro storico. La fiaccola risalirà poi in Via Casale per procedere in Viale dello Sport, transiterà davanti al convento delle Suore Clarisse, riprendendo poi la provinciale che porta a Pescomaggiore, lungo la quale è sito il piccolo Tempio dedicato a San Pietro al Morrone (sec. XII).
Dopo la sosta e la firma della pergamena da parte del parroco Don Dionisio Rodriquez, che attesta il passaggio alla chiesetta, per il ritorno al centro abitato di Paganica, la fiaccola transiterà per l’antica via che collegava Pescomaggiore a Paganica, proseguirà poi per Via delle Rocce, Via S. Emidio, Via del Rio, Via Rossi Tascioni, Corso Duca degli Abruzzi, Piazza Umberto I, Piazza della Concezione con arrivo alle ore 13 circa, alla Villa Comunale.
Durante la sosta prevista, ci sarà un breve saluto da parte del consigliere comunale Alì Salem quale rappresentante del Sindaco dell’Aquila e dopo una riflessione da parte degli organizzatori, nella persona di Floro Panti sul significato della manifestazione, ci sarà l’accensione del tripode che nell’edizione del 2015, essendo giorno festivo vide una grande partecipazione di pubblico, cosa difficilmente ripetibile quest’anno, a causa della giornata feriale.
Alle ore 16,30 la fiaccola ripartirà per Bazzano con breve sosta davanti alla Basilica di Santa Giusta, proseguirà poi in direzione l’Aquila passando per Monticchio. Alle ore 22 in Piazza San Berardino, con l’arrivo del Fuoco e l’accensione del tripode da parte del Sindaco della Città Capoluogo, si darà il via alla 722^ Perdonanza Celestiniana.
                    Riferimenti storici
E’ noto come circa 40 anni fa, i responsabili del Movimento Celestiniano pensarono di ripercorrere il tragitto che l’eremita Pietro Angelerio fece quando dal suo eremo nel Morrone, si mosse sopra un asinello per raggiungere L’Aquila per essere incoronato Papa nella Basilica di Collemaggio, edificata alcuni anni prima per sua volontà, scegliendo la fiaccola quale simbolo di pace e fratellanza tra i popoli.
Così scriveva Floro Panti del Movimento Celestiniano nel primo fuoco del 2015, “siamo arrivati con il Fuoco del Morrone a questa splendida chiesetta dedicata a San Pietro del Morrone, ringrazio gli organizzatori per avermi consentito di fare questa splendida esperienza”. 
Il piccolo Tempio (XII sec.) fu testimone nel maggio del 1313, della canonizzazione di Pietro da Morrone, poiché fu allora, appena fatto Santo come eremita, non come Papa, per volontà dei paganichesi extra-moenia, la chiesetta censita nel 1312 come San Petri ad Marginem, fu ri-denominata a San Pietro al Morrone,  grazie alla mediazione di Papa Celestino V verso il Re Carlo II D’Angiò, avvenuta nell’agosto 1294 per il rientro, dopo un anno all’Aquila di 64 capi famiglia “paganisci,”i quali erano stati “esiliati”a seguito della “briga” tra Paganica e Bazzano, fatto avvenuto dopo l’avvelenamento di Nicola dell’Isola, Cavaliere del Popolo Aquilano. (Buccio da Ranallo)
In virtù di ciò, gli organizzatori hanno voluto che il corteo del Fuoco, da Paganica proseguisse per Bazzano con sosta davanti alla Basilica di Santa Giusta (XIII sec.), in memoria della riappacificazione voluta da Papa Celestino V.
La piccola chiesa di Paganica viene considerata come unico esempio di  chiesa intitolata al Santo extra-moenia, che dopo un lungo oblio, una ricerca negli archivi della Città le sta restituendo la sua giusta collocazione anche nell’ambito della Perdonanza Celestiniana. Sull’altare un affresco seicentesco (O. Antonini 2012) rappresenta San Pietro Celestino, eseguito verosimilmente quando nel 1668 Papa Clemente IX estese la santità anche a Papa Celestino V, che da allora sarà chiamato San Pietro Celestino, Pietro come eremita e Celestino come Papa. Preoccupa la tenuta statica della piccola struttura, a seguito dei seri danni riportati in quel 6 aprile, poiché ad oggi nessun intervento di messa in sicurezza è stato fatto. 
 

di Raffaele Alloggia


 



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