Cassazione conferma l’ergastolo per Kapplani

 

 

 

 La Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la pena dell’ergastolo per omicidio plurimo premeditato per Burhan Kapplani, il cinquantunenne imprenditore albanese che, il 17 gennaio 2013, fuori dal supermercato Md, nel Nucleo industriale di Bazzano, periferia Est dell’Aquila a colpi di pistola freddò la ex moglie, Orietha Boshi, e il nuovo compagno di lei, Sheptim Hana, all’epoca rispettivamente di 36 e 39 anni. L’imprenditore aveva poi chiamato i carabinieri e si era costituito, facendo ritrovare anche l’arma tenuta illegalmente. I giudici della Cassazione accogliendo la richiesta del Pg, hanno dichiarato inammissibile il ricorso, presentato dai legali del pluriomicida. La Corte d’Appello dell’Aquila, nel luglio dello scorso anno confermando la pena dell’ergastolo aveva anche sentenziato la diminuzione della pena per effetto del rito abbreviato scelto in primo grado e non concesso all’imprenditore albanese e il condannato aveva ottenuto uno sconto di pena ma soltanto la cancellazione dell’isolamento. Confermato anche il cospicuo risarcimento di 900 mila euro ai due figli ancora minorenni dell’uomo, mentre il più grande ha rinunciato a proseguire nell’azione del risarcimento del danno. Nel corso del procedimento la posizione dell’imputato è sembrata sempre indifendibile come hanno dimostrato i due precedenti processi nei quali i giudici non hanno mai avuto dubbi sul carcere a vita. Le ipotesi che potesse trattarsi di un eposodio colposo o al massimo preterintenzionale non hanno mai fatto breccia tra i giudici e nemmeno il fatto che l’uomo potesse essere non in grado di intendere e volere al momento del fatto. Inoltre non sembra che l’imputato abbia mai chiarito con precisione come avesse fatto a procurarsi l’arma del delitto. Ma ora, alla luce della sentenza definitiva, si tratta di un elemento di scarso interesse per investigatori e parti civili.

 



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